La risposta del sindaco Pighi all’interpellanza presentata da Michele Andreana (Pd)
“”L’attuale vertenza Maserati è nata sotto i peggiori auspici. Da poco abbiamo avuto un incontro con i vertici aziendali e l’esito è stato totalmente negativo. Ci sono 112 lavoratori interinali che prestano servizio alla fabbrica Maserati di Modena, e che vedranno il mancato rinnovo del proprio contratto“”.
Così il sindaco di Modena Giorgio Pighi ha risposto in Consiglio comunale all’interrogazione presentata dal capogruppo Pd
Michele Andreana sulla situazione della Maserati.
Andreana ha presentato l’interrogazione affermando:
“”c’è il rischio di un doppio regime tra i lavoratori che hanno ammortizzatori sociali e invece quelli precari, privi di ogni ammortizzatore che li tuteli dalla crisi. Anche Confindustria ha segnalato l’impatto che la crisi potrebbe avere anche sul nostro territorio””.
Il sindaco ha spiegato che
“”il lavoro interinale, anche detto lavoro in affitto, comporta un datore di lavoro diverso da quello presso il quale si presta servizio. In questo caso, purtroppo, la vertenza è nata sotto i peggiori auspici. La notizia del mancato rinnovo del contratto è stata data ai lavoratori senza avvisare istituzioni o sindacati. La reazione è stata uno sciopero spontaneo. Le richieste delle organizzazioni sindacali erano la cassa integrazione per i lavoratori a tempo indeterminato e la possibilità di mettere a disposizione ferie e permessi retribuiti. Abbiamo avuto da poco un incontro con la dirigenza della Maserati e l’esito è stato totalmente negativo. Ci sono ragioni giuridico formali che impediscono di usare la cassa integrazione se ci sono lavoratori interinali, e altre ragioni che riguardano la natura della crisi. In ogni caso l’amministratore delegato ha spiegato che la Maserati di Modena non può fare scelte diverse da quelle dell’intero gruppo Fiat. Questo livello di crisi del comparto auto solo una settimana fa non era percepito. I vertici aziendali della Maserati parlano di un calo molto significativo della produzione””.
L’interrogazione è stata trasformata in interpellanza per consentire interventi di altri consiglieri.
Mauro Tesauro dei Verdi ha espresso vicinanza ai 112 lavoratori e affermato:
“”il settore auto è in questo momento paradigmatico per costi sociali e ambientali. Da noi riguarda circa il 14% del Pil e ha un crollo senza precedenti. E oggi si sta capendo che il precariato può anche essere una fregatura. I lavoratori interinali sono lavoratori usa e getta. E la crisi è emblematica di una filiera che sta andando in corto circuito, con conseguenze su precariato, lavoratori dipendenti e famiglie””.
Andrea Galli di An ha affermato:
“”ci stiamo avvicinando al periodo natalizio e anche all’anniversario del 9 gennaio 1950: data in cui 6 lavoratori furono uccisi a poca distanza da dove ora si trova lo stabilimento della Maserati. La situazione economica è in preda a un crollo strutturale ma il modo in cui i vertici della Maserati hanno agito denota una vigliaccheria che si poteva evitare. Le grandi aziende devono agire alla luce del sole. L’Amministrazione comunale deve intervenire con la massima solerzia sostenendo i lavoratori con tutti gli strumenti in proprio potere””.
Giorgio Prampolini (Sd) ha ricordato la gravità della crisi e le sue conseguenze che si fanno sentire non soltanto nel mondo occidentale ma anche nei paesi in via di sviluppo.
“”Ci sono economisti – ha detto – che avevano previsto 5 anni fa questa situazione. Stando alla stampa specializzata le notizie per i prossimi mesi sono ancora peggiori e il nostro modello è ormai al capolinea””.
Paolo Ballestrazzi di Modena a colori ha aggiunto:
“”anche il modello modenese e anche il nostro modello amministrativo sono al capolinea. Questa crisi si deve a un passaggio avvenuto tempo fa nel sistema mondo, quando il dato finanziario ha preso il sopravvento su quello della produzione. Non basta venire qui e stendere un atto di morte, anche se si deve a un becchino la probabile sopravvivenza del Modena calcio. Il mercato non è di per sé iniquo ma ci saremmo aspettati che l’Amministrazione mostrasse una diversa autorevolezza””.
Fausto Cigni (Pd) ha richiamato l’importanza di
“”capire il perché di questa crisi. Si tratta solo di una bolla finanziaria o dipende anche da scelte sbagliate? In ogni caso qui il problema principale riguarda le 112 persone interessate. I signori padroni fanno presto a scaricare tutto sul sociale. Ma questi lavoratori assunti come interinali, se si guarda alla legge, avrebbero dovuto essere lavoratori di livello medio alto. Rischiamo, di fronte a questa situazione, che
non se ne capiscano i motivi””.
Antonio Maienza (Popolari liberali) ha detto:
“”si parlava della nostra città come di un’isola felice, mentre invece lunedì scorso abbiamo conosciuto questi 112 ragazzi e i loro sogni infranti. Erano in grande maggioranza ragazzi meridionali che avevano visto un inserimento in un’azienda che in prospettiva avrebbe potuto dare buone possibilità. All’anno nuovo probabilmente toccherà alla Ferrari. Le ceramiche stanno lasciando in cassa integrazione già oltre 15 mila persone che avranno un periodo di inattività lungo, fino a febbraio””. Maienza ha suggerito di“”prendere a prestito l’idea del sindaco di Finale Emilia per dare 4 mesi di respiro a questi ragazzi””.
Alvaro Colombo , Prc, ha definito la crisi
“”una crisi del modello capitalista, che ha alle sue spalle la finanziarizzazione dell’economia e lo svilimento del lavoro. Proporre alle persone in difficoltà 40 euro al mese non è una risposta alla crisi. Gli altri governi fanno ben altre proposte. La Merkel in Germania sta concordando il blocco dei licenziamenti con gli imprenditori. Dà molte più risposte strutturali un’Amministrazione come la nostra che stabilizza 100 precari e offre servizi, che il governo nazionale””.
Sergio Rusticali (Sdi) ha detto:
“”la situazione di crisi si prevedeva, ma non con questa accelerazione. I provvedimenti presi dal nostro paese sono largamente insufficienti rispetto a quanto si sta facendo altrove. Dare qualcosa agli strati più deboli della società è importante ma non è una soluzione strutturale. Il problema della Maserati si estenderà nella prossima primavera ad altri settori ed è necessario trovare delle soluzioni””.
Angela Bellei (Prc) ha affermato:
“”con questo atto la Maserati si prende la responsabilità di inasprire il conflitto sociale in corso. La crisi è la conseguenza di politiche economiche ingiuste e fallimentari: la precarizzazione del lavoro e la fine di diritti conquistati negli anni precedenti. 112 operai interinali che lavorano alla Maserati da molti mesi e si aspettavano un rinnovo sono stati mandati al macero. Questa situazione rende ancora più evidente la necessità di abrogare la Legge 30 sul lavoro. Proponiamo l’apertura di un fondo di solidarietà delle amministrazioni locali per garantire un minimo salariale anche a chi non usufruisce della cassa integrazione””.
Achille Caropreso (Pd) ha osservato:
“”ho letto che la Ferrari al momento non licenzierà e accolto la notizia con sollievo. Per quanto riguarda la politica per le famiglie, non si può sputare sui 40 euro al mese dati dal governo, ma forse sarebbe stato opportuno proporre anche la detassazione della tredicesima o almeno di una parte””.
Dante Mazzi (Forza Italia) ha affermato:
“”i dati forniti dalla Camera di commercio sono allarmanti. Voglio limitarmi a parlare di quello che sta succedendo nella nostra città. Si è parlato di politiche keynesiane ma il problema è anche dei tempi di reazione. Credo che dovremmo essere vicini anche agli artigiani, ai terzisti e alle piccole medie imprese che sono a rischio””.
Daniele Sitta, assessore all’Urbanistica, ha dichiarato:
“”il provvedimento della Maserati è sbagliato nel metodo. Con questa azienda discutevamo 4 mesi fa dell’ampliamento dello stabilimento e oggi siamo in questa situazione, per un calo degli ordinativi di oltre il 35% e per la rinuncia di molti ordinativi fatti. Noi possiamo cercare di alimentare il più possibile il mercato locale e chiediamo alle banche di fare il loro mestiere, garantendo credito a imprenditori e cittadini. Altri dovranno intervenire sugli ammortizzatori sociali, noi faremo la nostra parte sul welfare””.
Sergio Celloni (Ppl) ha portato il proprio punto di vista di imprenditore e definito “”arcaico”” il termine padrone:
“”sento delle perplessità su persone che fanno fatica ad arrivare alla terza settimana, ma dalla parte di persone che fanno parte, magari, di società collegate con il Comune e guadagna lauti stipendi. Esiste un’Italia fatta di imprese che non sono mai state aiutate, mai seguite, sono le realtà economiche che creano ricchezza. Anche i bilanci delle aziende hanno dei consuntivi. Mi dispiace per questi ragazzi, ma ci deve essere il lavoro. Non si devono accusare gli imprenditori come affamatori””.
Mauro Manfredini (Lega) ha detto:
“”questi sono gli effetti della globalizzazione e non saranno gli ultimi. Mi ha dato fastidio come sono stati umiliati i lavoratori della Maserati, trattati come pezze da piedi, con un rapporto come da Paperone a schiavo. Anche con la cassa integrazione uno che ha una famiglia ottiene qualche possibilità in più di andare avanti. Ripongo le mie speranze nell’elezione di Barack Obama a presidente degli Stati Uniti, speriamo possa fare qualcosa per la crisi””.
Baldo Flori (Modena a colori) ha definito quello della Maserati
“”un precedente pericoloso e avventurista per il clima di coesione sociale della nostra città”” e ha detto: “”si è parlato poco delle conseguenze che ricadranno su un mercato del lavoro che non può assorbire nuovi occupati. Vorrei avere le certezze di colleghi che hanno analizzato in quest’aula le cause della crisi. Ascolto certi interventi con la stessa diffidenza che uso verso i profeti e gli economisti che a posteriori dicono di avere capito tutto. Una cosa che abbiamo capito è che non siamo un’isola, e che l’attuale sistema di strumenti di protezione sociale è inadeguato. L’ente locale deve essere protagonista della concertazione, fare una forte politica di investimenti, bloccare le tariffe””.
Ivo Esposito (Forza Italia) ha ricordato gli interventi del Ministro Tremonti “”per porre un freno al ricorso ai derivati da parte delle Amministrazioni pubbliche. L’Italia è parte di una catena più grande di lei, il mondo. Quando un’azienda annuncia licenziamenti, oltre ai licenziati che hanno il piccolo paracadute della cassa integrazione, ci sono altri lavoratori che non hanno nemmeno questo. Anche coloro che lavorano nelle piccole e medie imprese che sono il tessuto portante dell’Italia devono avere gli stessi diritti degli altri. Si poteva pensare a fare dei contratti di solidarietà, con una riduzione di orario di lavoro per tutti””.
Michele Andreana ha replicato:
“”la risposta alla crisi deve essere di sistema. Dal Consiglio comunale può emergere anche una solidarietà sostanziale e non soltanto delle espressioni formali. La Ferrari ha risorse diverse, ha scelto un’altra linea. Se la proposta è di buttare fuori i deboli e lasciare gli ammortizzatori solo agli altri noi dobbiamo schierarci. È necessario comunque anche creare ricchezza, sostenere la domanda, programmare investimenti””.
Giorgio Pighi ha concluso:
“”ci sono, oggi, lavoratori senza tutele che servono alle aziende a risolvere quello che in passato era il problema degli esuberi. Si era detto che la flessibilità era accettabile accompagnata da ammortizzatori sociali e garanzie. La seconda parte non è stata messa in atto e ora si vedono le conseguenze. Penso che il nostro Comune possa rivendicare con orgoglio di essere ai primi posti negli investimenti, creando lavoro per la nostra collettività. A livello nazionale, per quanto riguarda le politiche del lavoro, è stato fatto poco. E quello che si è fatto, come nel caso Alitalia, forse era meglio che non si facesse. Il dibattito, al di là delle diverse posizioni, evidenzia una forte preoccupazione per quanto sta accadendo nel nostro sistema economico””.