‘La crisi idrica che sta investendo in modo massiccio diversi Comuni dell’Appennino modenese è certamente legata alle scarse precipitazioni, ma gli aspetti climatici sfavorevoli non possono coprire le colpe legate alla gestione del servizio da parte delle multiutility e di Hera in particolare. Mentre nei Comuni di Pievepelago, Frassinoro, Fanano si chiedono sacrifici ai cittadini, si chiudono le fontane e si supplisce al problema con l’uso di autobotti, a Modena più di un terzo dell’acqua in rete non arriva a destinazione. Nella nostra provincia infatti il 34% della risorsa idrica va persa nella rete di distribuzione, un dato addirittura peggiore rispetto alla media regionale che si attesta intorno al 30 per cento. Col Pnrr sono previsti interventi infrastrutturali importanti, ma si tratta di misure tardive. Il problema di una rete colabrodo si presenta ora in tutta la sua gravità e scaricarne le conseguenze su chi vive in montagna e in territori disagiati è doppiamente ingiusto’. Così Stefano Corti, membro permanente del Tavolo Montagna Ministero Affari regionali
