Costo del cibo e inflazione: il caso australiano
Nel secondo trimestre del 2011 l’inflazione in Australia è cresciuta dello 0,9 % rispetto al trimestre precedente alzando il tasso annuo di inflazione dal 2,7 al 3,6 %.
Circa la metà dell’incremento del tasso di inflazione è stato determinato dal rincaro dei generi alimentari e, soprattutto, della frutta. I dati, consultabili sul sito The Australian, ci dicono che nel corso degli ultimi 12 mesi il prezzo del cibo è cresciuto complessivamente del 6,1%, e che mentre il prezzo di alcuni beni quali il pane e il latte è calato, il prezzo di frutta e verdura è cresciuto vertiginosamente a causa delle varie calamità naturali (tifoni, inondazioni, etc.) che si sono abbattuti sulle regioni agricole del paese.
Il prezzo della verdura è salito del 9,7 % mentre quello della frutta è salito del 67%.
Particolarmente drammatica è stata l’impennata dei prezzi delle banane che in un anno è cresciuto del 470%, passando da circa 3 dollari nel novembre 2011 ai 14 dollari al chilo che si devono pagare adesso.
Mentre il governo ritiene che l’impennata dell’inflazione sia causata da eventi occasionali e non sia pertanto necessario alzare i tassi di interesse, il caro prezzi ha fatto crollare i consumi. Per quello che riguarda le banane, prodotto importantissimo per l’economia agricola australiana, i consumi sono calati del 60 % negli ultimi mesi a causa del caro prezzi.
Per cui mentre altri settori dell’economia, come l’industria mineraria, continuano a crescere, l’industria agro-alimentare sembra destinata, tra il crollo della produzione e quello dei consumi, a subire una significativa flessione nell’anno in corso. Anche se i commercianti australiani prevedono che dalla prossima settimana i prezzi dei prodotti agro-alimentari cominceranno a scendere, resta da vedere quanto tempo ci vorrà per portare i consumi ai livelli degli anni passati.
Il nesso costo del cibo/inflazione non è solo un problema australiano, ma è un problema globale e, quindi anche italiano. Il maltempo che affligge molti paesi anche europei, può indurre un rincaro dei prodotti agro-alimentari che arrivano sulle nostre tavole, e stimolare un’accelerazione dell’inflazione.
E’ per evitare questo tipodi rischi, che da tempo sosteniamo che il nostro settore agricolo vada valorizzato e potenziato anche rivedendo, se necessario, gi accordi comunitari.