“Cosa posso fare per me?”

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In realtà la domanda che Meloni fa è: “Cosa puoi fare tu per la mia immagine?”, perché tutto si fa per le telecamere e i taccuini dei cronisti.

Il primo ministro Giorgia Meloni chiama la mamma del musicista ucciso durante una lite nata da uno scooter mal parcheggiato e le chiede: “Cosa posso fare per te?”.

Non credo farà altrettanto con i famigliari dell’infermiera uccisa a coltellate, con i famigliari della tabaccaia, con i famigliari del ragazzo accoltellato a Milano, né con le troppe famiglie colpite da una morte violenta in questi giorni.

In realtà la domanda che Meloni fa è: “Cosa puoi fare tu per la mia immagine?”, perché tutto si fa per le telecamere e i taccuini dei cronisti.

La comunicazione della Meloni e dei suoi ministri sta infatti diventando ‘marketing aggressivo’ ed anche possessivo, talmente intenta a sfruttare ogni occasione per ‘apparire’, da dimenticare la misura e il ruolo istituzionale che ricoprono,

Nel caso del terremoto in Marocco, un tempo i telegiornali avrebbero detto che la Farnesina assicurava che nessun Italiano ne fosse vittima. Oggi lo dichiara il ministro, come probabilmente anche stavolta andrà all’aeroporto ad accogliere quelli rimpatriati.

Non si fa per uno quello che non si fa per gli altri e si selezionano i casi in base al clamore mediatico. A un primo ministro e dagli altri ministri chiediamo risposte attraverso leggi e provvedimenti, non dichiarazioni tv.

Ma anche il sindaco di Napoli, che ha indetto un giorno di lutto, sempre in ricordo del giovane musicista, suppongo lo abbia fatto anche per la tabaccaia e per ogni vittima violenta della sua città. O no? perché la malattia della comunicazione aggressiva prende tutti.

Lo stesso vale per i funerali di stato e lutto nazionale per i 5 operai uccisi nella strage del treno a Brandizzo. Lo avevano chiesto sindacati e opposizioni. E i 13 morti sul lavoro nei sette giorni successivi, anche se uno alla volta, non avrebbero lo stesso diritto ai funerali di stato? Sono forse meno morti?

Al fondo c’è sempre la domanda sbagliata: chiedendo “Cosa posso fare per te” in realtà si chiede  “Cosa puoi fare per me?”.

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Una risposta

  1. Solo per farsi vedere

    Penso proprio che la Meloni voglia battere in presenzialismo l’inarrivabile Salvini che ho più volte definito novello Fregoli perché il leghista è stato capace di tutto.
    Ricordo che il presenzialismo è la tendenza ad essere sempre presente ad avvenimenti di qualche importanza, a intervenire a manifestazioni pubbliche, a incontri mondani, a dibattiti televisivi, a partecipare a iniziative culturali, e sim., per lo più per far parlare di sé, per esibizionismo o snobismo, o per pura vanità.
    Dopo essere passato da una divisa all’altra, non si sa bene scippata a chi ( che era quella di un vigile del fuoco, di un marinaio, di un finanziere e persino di un medico con mascherina ) , ricordo che in pieno lockdown Salvini si era presentato in TV in u un look che era un mix tra frate trappista ed autoflagellante con cilicio, sgranando persino il rosario insieme alla D’Urso in quello che fu il duetto più trash della storia della TV italiana.
    Per anni è stato il prezzemolo in tutte le minestre , anche quelle riscaldate .
    Solo recentemente si è un po’ defilato , stranamente facendosi da parte proprio quando le destre sono arrivate al potere.
    Al suo posto è subentrata la Meloni che è diventata ubiqua : la troviamo dovunque , anche dove non è stata invitata.
    Una specie di Zelenski in gonnella, che si infila in tutti i G7, i G20 eccet, pur non avendone diritto, per impetrare appoggi ed armi per sconfiggere l’aggressore russo.
    Cosa sia andata a fare la Meloni a Caivano , a Palermo ed a Milano non è dato sapere.
    Le problematiche sociali ed economiche di aree depresse o a forte rischio di criminalità non si risolvono con la presenza di ministri o di premier né con le promesse che non vengono mantenute , non per mancanza di volontà ma per mancanza di soldi.
    Ed allora si scopre che il vero motivo delle visite è solo farsi vedere, come se le problematiche ultradecennali di quelle aree si potessero risolvere solo con le passerelle di politici e le chiacchiere in libertà.
    E’ diventata poi una prassi quella di oscurare date imbarazzanti come il 25 aprile ed il 1^ maggio inventando qualcosa per fare altro in luogo delle celebrazioni delle ricorrenze.
    Ci sono state fugaci apparizioni della Meloni all’Altare della Patria e dei suoi ministri in altre città in occasione del 25 aprile e convocazione d’urgenza del consiglio dei ministri il 1^ maggio per discutere del lavoro con le telecamere che riprendevano la premier all’atto dell’ingresso in aula.
    Ricordo che a distanza di oltre 4 mesi non ha ancora spiegato il motivo per cui abbia convocato d’urgenza il CdM proprio il primo maggio

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