“”Il rischio vero non è quello di disordini legati alla protesta civile di chi decide nonostante tutto di riaprire il proprio locale per sopravvivere, ma bensì quello di ritrovarsi tra pochi mesi con un intero Paese stremato, con le attività chiuse e con la protesta sopita perchè ormai non vi è più nulla da fare. In questa situazione disastrosa, con un Governo incollato alla poltrona e terrorizzato dal chiedere il voto democratico ai cittadini, i proprietari di bar e ristoranti continuano ad essere i più penalizzati. I famosi ristori, come dimostrato da un recente studio della Cgia di Mestre, hanno coperto appena il 7% delle perdite di fatturato rispetto all’anno precedente e molti imprenditori stanno in questi giorni prendendo la tragica decisione di arrendersi e chiudere le loro attività. Credo che di fronte a questa realtà drammatica occorra lavorare uniti, insieme alle associazioni di categoria, ai gestori e alle forze politiche che hanno ancora a cuore i cittadini, per pretendere dal Governo un piano serio di riaperture in sicurezza abbinato a un calendario chiaro che metta nero su bianco gli aiuti che arriveranno per i locali messi in ginocchio dal lockdown. Ora le polemiche, gli scontri, le accuse reciproche non servono più a nulla: occorrono investimenti e coraggio nel poter tornare a sollevare le serrande. La situazione è drammatica e l’unica strada per mettere in pratica la ricetta del buonsenso è quello di un ritorno alle urne che consegni finalmente al Paese un Governo forte””.