Considerazioni dopo una trasmissione odiosa e silenzi rivoltanti

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Situazione politica instabile con tendenza al peggio mentre giornali e giornalisti sono l’un contro l’altro scatenati.Nessuno sa dire come e quando riusciremo a voltare pagina. Articolo di Dieffe

R acconta Maurizio Costanzo che durante una cena con Vittorio Gasmann, sulla tovaglia di carta che molti ristoranti per questioni di igiene e di  praticità usano al posto di quella in tessuto, l’attore si mise a trascrivere i nomi dei diversi componenti della sua famiglia  legati tra di loro da rapporti di nuova parentela acquisita, dovuta in generale, con effetto moltiplicatore, al formarsi di nuove coppie tra i vari personaggi del mondo del cinema a seguito delle loro molteplici separazioni e conseguenti nuove unioni. Nell’elencare questo suo numeroso e articolato clan, dove tutti si trovavano parenti, in quanto appartenenti ad una unica grande famiglia, racconta sempre Costanzo,  Gasmann  riempì di nomi  quell’insolito e improvvisato foglio di appunti.

Domenica 17 ottobre  ho seguito su Raitre la trasmissione Report. Più che l’inchiesta condotta  su una delle dimore che il nostro premier possiede ad Antigua mi ha particolarmente colpito la carrellata fatta all’interno dell’ Automobile Club d’ Italia e ad alcune società a questa collegate. Non è che mi aspettassi di scoprire in questa disanima il migliore  dei mondi possibile, ma nonostante il mio essere psicologicamente disincantato riguardo a ciò che accade dalla parti della amministrazione pubblica quando è gestita dalla partitocrazia, sono rimasto negativamente sconcertato.

Infatti risultò a me molto sgradevole constatare la stupita meraviglia di questi dirigenti, candidamente ostentata avanti le telecamere, come se fosse la cosa più ovvia e naturale di questo mondo che il loro Consiglio di Amministrazione (CdA) fosse composto da individui nominati non secondo criteri di comprovata competenza , ma in quanto figli di un Ministro, oppure addirittura in quanto marito o compagno della  Ministra alla quale spetta proprio il compito di fornire i nomi dei componenti di quel CdA.

Il fatto che quelle ambite e prestigiose poltrone, tra l’altro super gettonate, vengano attribuite senza più alcun ritegno, senza remore o vergogna solo grazie ad intrecci, compiacenze, raccomandazioni e spinte, in odore di malaffare, risultava ai miei occhi di una gravità senza precedenti. L’ascoltare poi altri dirigenti che enumeravano sorridenti e compiacenti il cumulo di cariche che  avevano da gestire denunciava come questo sistema perverso costituisca ormai la regola che condanna punti nevralgici del nostro impianto sociale  economico e sociale.

Si tratta di un sistema di potere svincolato da ogni credibile controllo, una casta del privilegio che viene distribuito fra consorterie tra loro comunicanti in una grande famiglia dove tutti sono politicamente imparentati a vario titolo: un corpo anomalo di cui  alla pubblica opinione non è dato conoscerne l’esatta consistenza.

Riuscire ad individuare per poi  rendere pubblico tutti questi anelli concentrici, tra di loro comunicanti grazie a raffinati intrecci fatti di clientele e parentele è un impresa quasi impossibile. Trascrivere poi tutti i nomi  di coloro che occupano quelle posizioni di privilegio sarebbe possibile farlo solo mediante l’uso di diverse tovaglie perché farlo attraverso una normale inchiesta giornalistica, viste le arie che tirano è  troppo rischioso.

Il neo Ministro allo sviluppo economico Romani ha definito quel numero di Report “odioso” , ma si riferiva alla parte riservata alla casa di Berlusconi. Di questo altro specifico argomento nemmeno un cenno. Un insieme di silenzi  semplicemente rivoltanti.

Questa omertà è assuefazione o è una presa d’atto di una realtà non aggredibile in quanto riconducibile a quel “ cerchio sovrastrutturale ” di cui parlava, nella famosa telefonata intercettata, il portavoce di Emma Marcegaglia, Rinaldo Arpisella con il vice direttore de il Giornale Nicola Porro.

A peggiorare la situazione, a mio parere , bisogna annotare che sia alcuni blog come alcuni quotidiani italiani, in questa disastrosa e disastrata fase politica, si propongono sempre più come organi di partito attribuendosi il ruolo di consiglieri e guardiani della ortodossia politica, una esasperata  estremizzazione della contesa politica dove la propaganda ha la precedenza su ogni altro contenuto o preoccupazione.

Proprio questi giornali hanno ridicolizzato e negato l’esistenza di questa realtà anomala; si sono chiesti se questo “cerchio sovrastrutturale” esistesse per davvero; da chi fosse formato; e c’era chi suggeriva, con ironia, si trattasse della massoneria internazionale, forse dei Servizi segreti deviati o dagli alieni.

Un coro muto e silenzioso  si sta ancora diffondendo come se quella pletora di enti, associazioni, società con CdA di nomina governativa, ministeriale, regionale, provinciale e comunale secondo logiche clientelari fosse dettata  da logiche più che nobili.

Nessuna meraviglia dunque per questa dilagante prassi in voga anzi ci si stupisce, come è apparso nel sevizio di raitre , che qualcuno sollevi dei dubbi al riguardo.

Anche dalle nostre parti, in questi giorni, si critica e si dibatte da parte della opposizione sui criteri di nomina dei componenti i l consiglio d’indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena adottati dal Sindaco Giorgio Pighi.

Forse l’applicazione del  sempre attuale manuale Cencelli che garantisce la spartizione e l’assegnazione delle poltrone ai partiti in base alla loro consistenza elettorale, rimane una soluzione preferibile all’assolutismo  della maggioranza , ma in ogni caso viene recepita dalla popolazione, e il sit-in in solitario dei notabili del PdL lo dimostra,  come pur questa importante questione venga avvertita come un affare di pertinenza del palazzo e non della cittadinanza. Questo succede perché persiste e imperversa tutt’ora in ogni partito una logica leninista che vede preminente l’interesse e il ruolo del partito o del leader sugli interessi della società civile.

E’ sicuramente preferibile un certo leninismo pluralista nelle designazioni dei componenti il consiglio della fondazione CRM di un leninismo monocratico, anche se il tutto non sposta il vizi di fondo che non riconosce le istanze della cittadinanza.

Come è possibile vincere e superare tutto questo quando la realtàè in mano nel “ caso migliore è una coorte di seguaci ciechi e muti scelti inappellabilmente dal capo; nel caso peggiore una corte d’intrattenitori, nani, affaristi, ballerine, di addetti alle più varie intendenze. ”?

La possibilità anche della singola voce di potere continuare a comunicare liberamente nella piazza è motivo di speranza.

Anche Bice, nonostante qualche suo detrattore di tanto in tanto sostenga i contrario è uno strumento di speranze,

Non mancherà l’occasione nella quale per filo e per segno spiegheremo questa nostra esperienza on line,non ancora  completamente accettata da tutta la Modena politica, quasi fossimo un incidente nella comunicazione modenese.

Siamo la voce on line di Modena che in cinque anni dal suo apparire  non ha mai  disabilitato i commenti: la possibilità a chiunque di esprimere il proprio pensiero in ordine a ciò che trova pubblicato.

Alcuni esponenti politici di primo piano hanno scambiato anche questo strumento di libertà una minaccia, uno sfregio e attentato alla loro autorevolezza.

Non credo che garantire libertà di pensiero per tutti sia una colpa.

Bice è uno strumento  per ognuno di voi che aspira ad una città fatta di liberi e forti: passate parola

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