“Chioschi in cemento armato”

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L’ex sindaco, Pighi; il sindaco, Muzzarelli (ex comunisti), l’ex FUAN (Fronte universitario azione nazionale), ex Alleanza Nazionale, ex Lega Nord e ora Forza Italia, Andrea Galli, suonano insieme, all’unisono, in una specie di Trio, l’Ouverture: “Chioschi in cemento armato”, omaggio alla distruzione di un parco pubblico. Si tratta di musica proibita, d’avanguardia, o avanguardista … Applausi e fischi dalla giurisprudenza con richiesta di bis d’appello. Le sentenze vanno accettate. Appello e cassazione ancora esistono.

Vittorio Sgarbi e Italia Nostra hanno manifestato più volte il loro sdegno; Gabriele Morelli ha pubblicato molti video che documentano lo scempio del parco che vogliono lottizzare; il sindaco Muzzarelli ha sfidato arrogantemente il soprintendente ma pare che ora faccia marcia indietro. Come, si vedrà. Forza Italia tace. Non so se la posizione di Andrea Galli, proprietario di un chiosco e consigliere comunale ha favorito (o ostacolato) l’opposizione del suo partito (Forza Italia) a un progetto che indigna i cittadini.

Solo negli ultimi tempi Andrea Galli si è rivolto a Cinzia Franchini (Cna) come a una tonta; ha accusato Brigitte Macron di essere una pedofila stupratrice di minorenni; e Macron uno stuprato; ha insultato il collega di partito e consigliere regionale, Enrico Aimi, definendolo un “demagogo inutile”; e ha riservato a me qualche aggettivo: “Velenoso”, “malmostoso”, “livoroso”, “miserevole” e “meschino”. Specchiandosi, inorridito, ha attribuito a me ciò che vedeva di se stesso. Ha perso la testa quando ho scritto (ed è una verdad), che la sua posizione di consigliere comunale, proprietario di un chiosco nel parco cittadino, trasformato da un progetto comunale scandaloso in un bar-ristorante in cemento armato, aperto tutto l’anno, non mi piace. E’ una posizione, la sua, che può aver condizionato Forza Italia nel contrasto allo scandaloso progetto.

Fino a due mesi fa, prima della mia critica alla sua posizione di consigliere e proprietario, mi paragonava su facebook a grandi scrittori come Emil Zola. Ora vomita fiele e lo chiama ripensamento … Io, però, mi sono sempre ben guardato dall’idolatria di gente superflua, che parla contro di ciò che non sa e nella cui lode di solito c’è il male. Andrea Galli più che di opposizione ai chioschi ama parlar d’altro. Si è scagliato contro la moglie del presidente francese Macron, e a Cinzia Franchini (Cna) con queste parole: “CINZIAAAAAAAA…… andare a letto con un quindicenne e’ un reato. L’abolizione del matrimonio riparatore (stanno insieme da 23 anni) e stato ritenuto da tutti una conquista. Tranne chi difende la stupratrice Brigitte. Suona male vero? Ma e’ la verita’. Come devo dirlo? In arabo? in turco? in aramaico? Donne crescete. Anche tu Cinzia”. Testuale, come se parlasse a un’oca. Se ha le prove che Brigitte è una stupratrice dovrebbe denunciarla. Per ora sentenze di condanna a suo carico non ce nè.

Sempre in poco più di un mese ha tentato di screditare il suo collega Enrico Aimi, che ha la sola colpa di essere riuscito dove lui ha fallito. Quando le ambizioni scavalcano la politica, e i dirigenti si accusano per arrampicarsi con l’agilità delle scimmie una sopra l’altra, è lo stesso partito a essere trascinano nel pantano. Forza Italia è un fuoco che si va spegnendo e la cui cenere accumulata ne ha ormai ridotta la fiamma … Attaccare Brigitte per screditare Macron è vomitevole, così come lo è giudicare un uomo attraverso la sua famiglia. Quando i fascisti ritenevano di dover prelevare dalla propria abitazione un individuo accusato di essere un pericoloso sovversivo, e non lo trovavano in casa, prelevavano il figlio. Tanto era uguale.

Per le accuse che Galli mi ha rivolto, ripeto che se è a conoscenza di fatti perseguibili che mi riguardano, deve denunciarli al tribunale. Aspetto che lo faccia. In attesa, m’informo se nelle sue parole che mi hanno definito “colluso con il Comune e l’Usl”, ci sono estremi di querela. “Se fossi stato colluso con il Comune o con l’USL, – ha scritto Galli rivolto a me – avrei potuto provare ANCH’IO a rifilargli qualche quadro, o erano copie?” Per gli ignoranti, non erano né quadri, né copie. Era grafica originale. Vi fu trent’anni fa un concorso all’Usl. Su calunniosa segnalazione anonima il tribunale aprì un fascicolo e lo chiuse in istruttoria. Non vi fu nessun processo. Se Galli ha notizie d’irregolarità o favoritismi riguardanti quell’appalto (come lascia intendere), deve denunciarle al tribunale. Se non ne ha l’insinuazione è da calunniatore. Anche se non ero io il vincitore di quella gara.

Se Forza Italia vuole sottrarre la presidenza regionale a Bonaccini; e la carica di sindaco di Modena a Muzzarelli, ed ha come futura scelta Andrea Galli, è meglio che Bonaccini e Muzzarelli rimangano dove sono. Tornado ai chioschi, un pm ha chiesto la condanna degli amministratori; un giudice li ha assolti; e la procura pare intenzionata al ricorso. Mentre Galli segue la vicenda da consigliere comunale, la città parla di scandalo. E lui con chi si schiera? Con il pm che ha chiesto la condanna degli amministratori; con il giudice che li ha assolti; con l’eventuale ricorso della procura; con il sindaco Muzzarelli contro il soprintendente; con l’annunciata marcia indietro del sindaco per un accordo con la soprintendenza; o con i cittadini che hanno sempre ritenuto scandaloso quel progetto?

Quei chioschi, sentenze o no, sono una vergogna, e le minoranze, tutte, si dovrebbero opporre al devastante progetto di commercializzazione. Non è solo una questione legale: è culturale; estetica; di conflitto morale; di rispetto della volontà dei cittadini; di danno alle attività di ristorazione del centro storico, e altro ancora. Non penso che nell’acquisto di chioschi da parte di Andrea Galli ci sia stato conflitto d’interesse sul piano normativo, ma penso che un membro della commissione di “Controllo e Garanzie” del Comune, quale egli è, nel corso della polemica e dei processi, avrebbe dovuto dimettersi da consigliere comunale per non limitare l’opposizione di Forza Italia alla scandalosa lottizzazione. Poteva così restare proprietario dei suoi beni, comprati, dice lui – ed io non ho prova contraria – senza sapere che un progetto comunale li avrebbe valorizzati cementificando un parco pubblico.

Adriano Primo Baldi

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