Chi trova un amico trova un tesoro

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Il detto recita: chi trova un amico, trova un tesoro. Sarà, io dico invece che chi ha un politico come amico, trova un lavoro e forse ha una corsia preferenziale nella vita

Sento molto parlare di lottizzazione della Rai da parte delle destre e i soliti comunisti/ sinistroidi vari, si lamentano.

In effetti, qualche volto noto si è affacciato sullo schermo. Ad esempio, ultimamente, ho visto una professionista della provincia di Modena che, se la memoria non mi tradisce, in passato è stata vicina alla destra. Personalmente non ci trovo niente di strano o scandaloso. Fino a ieri i gettoni di presenza erano ad esclusivo vantaggio della sinistra mentre ora, qualche cachet è dato anche allo schieramento avverso oltre a pubblicizzare taluni libri di autori non dichiaratamente di sinistra.

Tale considerazione, però, mi porta a fare una riflessione che ritengo sia pertinente al titolo: si tratta di come vengono gestite e usate dalla politica le risorse umane. In effetti, fra i vari schieramenti non c’è una grande differenza se non sul piano ideologico. Mi spiego: se tu ti schieri con i rossi, con i neri o con i bianchi, è probabile che, prima o poi, dalla torta ricaverai qualche briciola mentre, per avere la fetta intera, dovrai correre molto di più perché la concorrenza è spietata.

Se invece non ti allinei alle formazioni e hai un pensiero critico, libero, non aspettarti nessuno aiuto. Le porte, per te, si chiuderanno sempre. Questo malvezzo ha una storia che viene da lontano. Diciamo, se vogliamo, dalla nascita della Repubblica. Se all’epoca era una questione di come avrebbe dovuto essere il futuro dell’Italia, dopo l’elezione del 1948, l’attentato a Togliatti e l’invasione dell’Ungheria, la situazione cambiò drasticamente.

La Democrazia Cristiana decise, dopo che l’elettorato italiano aveva fatto la sua scelta, di varare così la formula di governare con i partiti minori mettendo in un angolo il più forte Partito Comunista d’Europa e accantonando contemporaneamente un’alleanza con i partiti di destra che allora erano rappresentati, prima dal Partito Nazionale Monarchico e Movimento Sociale Italiano per finire all’esperimento di Destra Nazionale.

E, qui, occorre aprire una parentesi.

Sto leggendo in questi giorni un interessante libro scritto da Giuseppe Parlato e Andrea Ungari sulle destre nell’Italia del secondo dopoguerra (che suggerisco) e in quest’ultimo ho trovato inseriti diversi partiti con un chiaro riferimento istituzionale per un ritorno al sistema monarchico.  Non dimentichiamo, come sopra detto, che le persone legate alla DC, sia dal punto di vista religioso, sia dal punto di vista ideologico, votarono al referendum del 1946 per Re Umberto II. Questo venne ben recepito dai vertici della DC (De Gasperi per primo) che lavorando sotto sotto, riuscirono ad emarginare coloro che si avvicinavano ai monarchici. Lo si evince chiaramente dal comportamento di Giovannino Guareschi, monarchico, che alle elezioni del 1948 si schierò apertamente con De Gasperi, salvo poi, vedendo l’ambigua politica del partito di maggioranza relativa, negli anni successivi sostenere apertamente il Partito Nazionale Monarchico.

Questo, portò i vari leader dei monarchici a collocarsi a destra, anche se a mio modesto parere, fu un errore. Infatti, la monarchia, per sua denominazione, doveva essere un’istituzione sopra le parti. Ritornando al titolo e concludendo, con questi presupposti è chiaro che la DC ne approfittò per avere il massimo consenso, facendo anche un minimo di spazio ai partiti minori che formavano i vari governi ma portando beneficio sottobanco anche al PCI, il quale imparò presto la lezione e creò a sua volta un sistema di potere analogo.  

Terminando, meglio integrare nel sistema anche un incapace (ma se vogliamo utile all’occorrenza), che uno dotato di libero pensiero.

Io, la vedo così.       

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Una risposta

  1. Terminando, meglio integrare nel sistema anche un incapace (ma se vogliamo utile all’occorrenza), che uno dotato di libero pensiero.
    Io, la vedo così.

    io NOOOOOOO

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