Che zibaldone!

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La Germania vota a destra (aiuto arrivano i neonazisti!)...In Spagna i Catalani vogliono l’indipendenza (così il Barcellona giocherà con il Tarragona), in Italia la Lega è solidale con il popolo secessionista catalano (e poi Salvini vuole fare il premier degli italiani), il M5S cerca il “capo” con un voto telematico (a Di Maio piace vincere facile). 

 


Tranquilli, la Germania risorta dalle ceneri e dalle macerie della II Guerra Mondiale ha abbastanza anticorpi da respingere qualsiasi infezione di rigurgiti neonazisti. L’attuale popolo teutonico non è quello del 1933 e non credo che chi abbia votato AFD sia nostalgico delle camicie brune. Non abbiamo visto in campagna elettorale simboli neonazisti con relative squadre di SA che manganellavano gli oppositori. Credo invece che chi abbia votato per il partito sopra citato, abbia il desiderio di avere nella stanza dei bottoni qualcuno che possa rappresentarlo sui dei temi a lui importanti. Quali? Si va dal problema dell’immigrazione, all’economia, che è sempre più in mano ai grandi gruppi della globalizzazione, alla sicurezza, vedi la notte di Capodanno con la violenza sulle donne. Argomenti, che se vogliamo entrare nel merito, sono poi quelli espressi in casa nostra da Lega, FdI e da FI. Aggiungo, che si può dire di tutto di questi partiti, ma che siano gli eredi del fascismo, è assolutamente da visita psichiatra. Semmai, nel panorama italiano possiamo dire che non esiste un partito nazionalista, o meglio un movimento nazionale di patrioti come io vo dicendo da anni, mentre la Meloni scopre il patriottismo solo recentemente. Quindi, non fasciamoci la testa prima del tempo. Vediamo quello che succederà.

Nel panorama europeo irrompe anche il problema della Catalogna e del suo popolo che vuole il distacco dalla Spagna e diventare una repubblica. Naturalmente, come sempre cerco di mettere in guardia il lettore da quello che è detto e da com’è presentato il problema. Ora, senza risalire al medioevo, lo spirito nazionalistico di questo popolo, possiamo dire che è datato 1714 al tempo della guerra di successione spagnola. In seguito, il movimento per l’indipendenza catalana, vivacchiò fra molte ombre e pochi luci, fra la dittatura di Primo de Rivera e quella di Francisco Franco fino al 1975. Con l’avvento della monarchia e della democrazia, il vento fece di nuovo sventolare la bandiera dell’indipendenza.  Adesso, i suoi politici vogliono la separazione completa: la nascita di una nuova nazione. Per andare dove? La Catalogna sarà anche la prima regione della Spagna, come economia, ma se dovesse uscire, lo sarebbe ancora? No, io non credo. La Catalogna non è la Norvegia, né la Svizzera e adesso la Gran Bretagna. Quindi, penso che un maggiore senso di responsabilità e di dialogo, sia da parte di Madrid, sia da parte di Barcellona, sia la soluzione migliore, altrimenti vedremo Messi giocare in un campo d’oratorio.

E del nostro bel Paese cosa dire? Trovo strano che uno come Matteo Salvini voglia fare il premier di tutti gli italiani, dopo che per anni è stato all’interno di un partito che voleva la secessione del nord. Certo, anche Paolo di Tarso, da accanito repressore dei cristiani si convertì sulla strada che portava a Damasco! Non credo che un partito che può raccogliere, secondo i sondaggi più favorevoli, il 15,9% a livello nazionale con voti prevalentemente del nord, possa migliorare la Nazione.

Infine, due righe sul M5S: siamo alla sceneggiata napoletana, più ridicola. Neanche Totò, né Peppino de Filippo avrebbero fatto ridere così a proposito di un’investitura. Speriamo che quanto successo faccia riflettere chi vuole votare questo simbolo. Non possiamo affidare le sorti dell’Italia al voto telematico. Preghiamo qualche santo, che però non sia San Gennaro (cui Luigi Di Maio ha reso omaggio per essere stato miracolato con la sua elezione al parlamento), che faccia la grazia di evitarci questa iettatura. 

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