Il Premier Conte, nella bufera post defezione di Italia Viva, si appresta a chiedere la fiducia per rimanere in sella. Tutto normale, come tutto normale è, ahimè, anche il mercato, la caccia al parlamentare, per far tornare i numeri e non avere brutte sorprese. Molto si è detto, moltissimo si dirà ancora su questa pratica consolidata, per la quale c’è chi parla di transumanza, chi di mercato delle vacche, sempre per rimanere in ambito zoologico e chi ricorre a termini ed epiteti più pesanti, come traditori, voltagabbana, venduti… stanti ad indicare quei parlamentari che, eletti in una certa compagine passano ad altra fazione, spesso diametralmente all’opposto, per salvare il governo, o la loro poltrona, perdendo magari la faccia ma salvando qualche altra delicata parte del corpo. Attualmente, con attento eufemismo, si chiamano responsabili o costruttori. Ma non è questo l’argomento dell’articolo, quindi mi fermo qui.
Ma, a parte i soccorsi esterni, ad aiutare il Premier, comunque, accorrono anche dall’interno, politici che normalmente sono assenti per la quasi totalità delle sedute, come la Senatrice a vita Liliana Segre, ad esempio, che ha annunciato, in un’intervista al Fatto Quotidiano la sua partenza alla volta di Roma, allo scopo esclusivo di sostenere Conte e il suo governo. Segre: “Italia in pericolo, io a Roma per votare la fiducia a Conte” – L’intervista di Gad Lerner
Nessuno osa criticare la senatrice come persona, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa… la sua condizione di vittima della Shoah e testimone dell’Olocausto la rende intoccabile! Occorrerebbe, tuttavia, fare un distinguo, fra la sua vicenda umana, tragica, dolorosa, della quale tutto sappiamo e che tocca le più profonde corde della commozione e della solidarietà umana… e la libertà di dissentire o di criticare le sue scelte, le sue opinioni politiche. Senatrice a vita, per le ragioni ben note, ella non è diventata per questo un’esperta di politica e, con le sue 744 presenze su 6259 sedute, sinceramente non è neppure fra le più assidue in Parlamento. Che sia l’età, che siano altri impegni, che sia la salute… a tenerla lontana da quelle aule, (vale per lei per ogni altro senatore a vita) credo che non possa essere l’ago della bilancia in una delicata e importante questione come la fiducia, compito che spetta agli eletti dal popolo.
E, già che ci siamo, dico anche che la nomina di senatore a vita dovrebbe essere onorifica, un platonico riconoscimento per ciò che hanno fatto per la Nazione gli ex Presidenti della Repubblica e per il lustro e il prestigio dato alla Patria, da uomini di Scienza, imprenditori di altissimo livello, letterati o artisti preclari… Tutte persone non nell’indigenza, per le quali dovrebbe essere sufficiente il grande onore di una nomina prestigiosa, senza che ad essa corrispondano i sostanziosi attuali emolumenti.
Ma, forse, come al solito sto parlando di fantascienza.
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Come di consueto, qui di seguito presento brevemente il numero on line da oggi. I titoli in grassetto sono link che portano direttamente ai relativi pezzi. Questo per consentire anche a chi ha poco tempo, di poter sfogliare più facilmente il giornale.
Carica onorifica, non mandato elettorale
A.D.Z.
Presidente Mattarella, mandali a casa
Massimo Nardi
Questo governo è il peggio del peggio che ci poteva capitare. Dai banchi con le rotelle al mancato piano per i trasporti pubblici, ai vari bonus, alla spaccatura sul Mes sanitario, ai ritardi sulla preparazione di un piano serio per le vaccinazioni, al piano d’investimento del Recovery Plan e via dicendo. Lo spettacolo, sul palcoscenico della politica, non è dei più apprezzabili.
Alberto Venturi
La politica diritta è al servizio del cittadino; nella politica a rovescio è il cittadino che serve. Ma il nostro mondo è a rovescio e siamo noi cittadini al servizio dei nostri rappresentanti e delle loro ambizioni egocentriche.
Il post Covid dovrà parlare anche di usura e aborto
Gianni De Paoli
Il Pontefice ha avvisato: attenzione, nelle crisi c’è sempre chi se ne approfitta. Gli usurai, per esempio. Accenno non casuale, che si presta a interpretazioni che non faranno piacere a certi ambienti della finanza. Ha anche denunciato la “cultura dello scarto“. Scarto che riguarda l’emigrazione, che va risolta a monte, ma nel frattempo “non si può lasciare annegare le persone”. Scarto che riguarda anche l’aborto, definito un problema umano e scientifico, non religioso.
Ugo Volpi
Per Mastella un prezioso rilancio a livello nazionale, per l’Italia un altro passo indietro, il riaffermarsi del trasformismo che ha visto il Clemente campano giocare su entrambe le sponde governative; per lui centrodestra e centrosinistra pari sono.
Buona settimana e buona lettura del n. 733 – 427.