Confesso di avere avuto un lieve moto di sorpresa di fronte alla scena, suggestiva e destinata a passare alla Storia, del battesimo di Magdi Allam, ad opera di Benedetto XVI. Non avendo nulla contro Allam, la sua conversione mi appare solo un po’ troppo esibita, perché è qualcosa che appartiene alla sfera più intima e misteriosa dell’anima, nota solo all’Entità cui sono rivolti i pensieri e le speranze degli uomini, dalla notte dei tempi.
Assai diversamente, i detrattori dell’illustre giornalista e scrittore la giudicano un evento plateale, in puro stile mediatico, con una scelta di tempi e di modi alquanto sospetta. Infine chi gli è totalmente avverso vede questa conversione come un’operazione costruita, enormemente pubblicizzata, perché, si dice, un “musulmano vale il triplo” rispetto ad ogni altro convertito…C’è chi l’ha bollata infine come una conversione finalizzata a creare clamore, fruttargli ulteriore notorietà, incrementare le vendite dei suoi libri.
Cosa puntualmente accaduta, certo, ma secondo me c’è anche un po’ di cattiveria in questi giudizi.
Un tempo chi si convertiva scriveva un libro, o più, come Pitigrilli, che racconta in tre libri il suo cammino di conversione dalla religione ebraica al cristianesimo, narrazione che si conclude con La piscina di Silòe[1], un libro molto breve, rispetto all’importanza del contenuto, bellissimo, a tratti inquietante e pervaso, qui e là, degli antichi guizzi di razionale ribellione. Scegliendo come titolo una sua frase, ho voluto rendere omaggio a questo scrittore, grande e discusso, uguale solo a sé stesso.
Però oggigiorno i tempi sono mutati al punto che, per esistere, si deve essere visti e ogni cosa, per essere conosciuta e capita, deve essere mostrata, deve avere i suoi passaggi televisivi obbligati. Perché l’immagine veicola anche i moti dell’anima, e a questo stato di cose dobbiamo assoggettarci.
Tornando a Magdi Allam, come sempre mi accade, quando qualcuno è oggetto di aspre critiche, più o meno motivate, provo un istintivo bisogno di proteggerlo, in qualche modo, e cerco di esaminare con minore preconcetto le sue azioni e la sua immagine.
Così, ciò che è apparso a molti un gesto esibizionistico, può essere stato, invece, un atto di coraggio, che lo esponeva a diventare bersaglio di “fatwa” risibili come quella di Afef Jnifen e di altre, assai meno trascurabili, da parte degli integralisti.
Allo stesso modo, quello che le persone ciniche hanno giudicato come un modo per promuovere la propria immagine, all’opposto, forse è stata l’umile dichiarazione di chi confessa, a sé stesso, e ai suoi simili, il travaglio della propria anima ponendo anche in evidenza la condizione assai difficile in cui devono vivere i musulmani che si convertono al cristianesimo.
E poiché ciascuno di noi, qualunque cosa faccia nella vita, qualunque istruzione abbia e qualunque ruolo abbia nella società, a qualunque età , ha comunque un ruolo didattico nei confronti del prossimo, la lezione che abbiamo avuto dalla chiarezza (non oso dire dalla spettacolarità) di questa conversione è un messaggio di speranza e forse un esempio.
Perché tutti insegniamo qualcosa, e tutti dobbiamo imparare molto, da tutti. E spesso le lezioni sono date, come dicevo, solo con l’esempio. Penso ai valori che ci hanno trasmesso i nostri genitori, i nostri nonni…(con qualche eccezione, ma questa è un’altra storia, che forse racconterò)
Tornando all’argomento, in quest’ottica vedo come positiva la “spettacolarizzazione” della conversione di Magdi Allam, e trovo profondamente ingiuste e spiacevoli le critiche e le speculazioni. Non è col pessimo contraddittorio, che si progredisce nel campo della pacificazione, né con assurdi e ingiustificati veti.
Soprattutto, non si fa giustizia col rispetto umano, se non addirittura con l’opportunismo, che privilegia certe pericolose minoranze urlanti, piuttosto che la maggioranza indignata e silente. Agendo così, pavidamente, per il timore della reazione di pochi, si fa torto a molti.
La mancata visita, (anche se riteniamo sia solo rimandata) di Magdi Allam a Modena, che così vasta eco ha avuto, anche sulle pagine di Bice, è solo l’ultimo, in ordine di tempo, dei vari soprusi che vengono, da troppo tempo ormai, compiuti verso i cristiani e i cattolici in particolare, fin dall’infanzia.
Sono consapevole di ripetermi, scrivendo di crocifissi tolti dalle aule, perché certi “cadaverini” impressionano i bimbi musulmani, come pure di eventi come il mancato festoso rituale del Natale e della Pasqua, e i temi sulla Prima Comunione, o sulla Cresima, che ormai nessun insegnante può più dare…
Cosa facciamo adesso?
Aspettiamo che ci sia tolto, via via, ogni aspetto caratterizzante la nostra civiltà?
Tutto questo per non ferire i musulmani o, cosa ancora peggiore, per timore delle loro reazioni?
Questi campioni di tolleranza e apertura, impediranno anche qui, in quella che ci ostiniamo a considerare “la nostra casa”, la libertà di mantenere le nostre radici, i nostri costumi, la nostra cultura, le nostre leggi e la nostra religione, se non vanno loro a genio?
Certo questi signori per farlo devono iniziare da lontano, da molto lontano. Magari dal Cantico delle Creature…o dalla Divina Commedia…o dai Promessi Sposi…Devono cancellare tutto, anche dai libri di Storia, e da ogni altro libro, e magari, già che ci sono, devono radere al suolo le migliaia di chiese e chiesette, cui noi attribuiamo la stessa dignità delle cattedrali, perché in ognuna di esse c’è Dio.
Che non si rendano conto, gli amministratori delle città, e persino certi ecclesiastici, che la situazione è davvero grave? Possibile che siano così sprovveduti?
Ma, forse, non tanto gli ecclesiastici, ma i politici, più che sprovveduti sono, invece, molto furbi. A scapito della giustizia e della correttezza verso tanti, troppi altri cittadini, coccolan
o i musulmani, per guadagnarne il consenso e incrementare così il bel serbatoio di futuri voti che essi rappresentano. Se il denaro non puzza, per i furbi il voto puzza assai meno.
Pertanto, alla frase di Pitigrilli, “Capisco il bacio al lebbroso ma non la stretta di mano al cretino” , aggiungo :
– Tantomeno al furbo –
La razza peggiore esistente sul Pianeta.
[1] Devo alla gloriosa Libreria Bergoglio di Torino questo quasi introvabile libro. Chiedo scusa alla Redazione,se questa può apparire un’ indebita pubblicità…Spero invece che la citazione possa essere utile a qualche Lettore, che fosse, come me, interessato anche ai vecchi libri, e non solo ai best seller, spesso senza valore, di cui traboccano scaffali e banconi di librerie e centri commerciali.