“Candido”

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Una storia attualissima, nonostante abbia più di duecentocinquant'anni, che la fine riscrittura dello stesso Manera ha reso ancora più moderna. Recensione di Beatrice Ceci

 

 

Il “Candido” racconto di Leonardo Manera alla Venere di Savignano

 

Savignano sul Panaro (Modena) – Teatro la Venere: In scena sul palco della Venere di Savignano (Modena), venerdì 3 maggio, un delicato “”cantastorie””. Leonardo Manera racconta agli spettatori un’opera che, sicuramente, molti di noi hanno relegato nella “”passata epoca”” delle scuole superiori: il “”Candido”” di Voltaire.

 

Una storia attualissima, nonostante abbia più di duecentocinquant’anni, che la fine riscrittura dello stesso Manera – con la collaborazione di Marco Del Conte e Riccardo Piferi – ha reso ancora più moderna.

 

Il racconto fu scritto da Voltaire nel 1759 per confutare la tesi di Leibnitz secondo il quale quello in cui viviamo è il migliore dei mondi possibili. L’opera è stata reinterpretata da Manera come un’allegoria della vita, in un monologo che abbraccia il miglior teatro di prosa d’autore, inframezzato da momenti di comicità che riportano alla mente i personaggi che hanno fatto di questo artista il personaggio maggiormente conosciuto: in Cacambò, il fedele amico che accompagna Candido nella terra di El Dorado, si riconosce il Peter di Zelig ed ogni tanto, nei versi, si percepisce il tormentone “”al fluoro”” tanto caro a Manera ed al suo pubblico.

 

Novanta minuti sulla scena in solitaria non sono uno scherzo per nessuno, ma l’attore mantiene viva l’attenzione modulando tono e postura e dando vita, davanti alla scenografia realizzata con un libro intarsiato la cui copertina cela illustrazioni fantastiche, ai personaggi che accompagnano le disavventure/avventure di Candido, tali da affermare: “”gli autori di Beautiful non hanno inventato nulla, hanno preso spunto da Voiltare””.

 

Il castello di Thunder-den-Tronckht, in Westfalia; Lisbona; l’Argentina; El Dorado; Parigi; Venezia. La voce posata di Manera accompagna il viaggio di Candido come quello degli spettatori che ascoltano, rapiti, spezzando il silenzio solo con risate che celano la malinconia per quella ricerca del “”mondo migliore”” che tutti costantemente operano nella propria vita. Cunegonda, l’amata di Candido, cerca come le ragazze di oggi la serenità che può dare l’agiatezza; Pangloss, il suo precettore, la teoria per giustificare il mondo migliore, passando nel contempo di “”piacere in piacere””, in un modo che spesso si legge sui rotocalchi; Candido, nel perfetto rispetto del proprio nome, la completezza che può dare l’amore vero.

 

Candido? Leonardo Manera? Nel finale non si capisce se è l’attore a raccontare l’opera dell’Illuminista o è il personaggio stesso a narrare le proprie vicende, tanto

 

 

 

 

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