Nei tempi di tramonto delle grandi civiltà, anche i piccoli uomini sembra abbiano lunghe ombre. La comparsa sul palcoscenico della politica di un leader di partito che sappia parlare al popolo (alla sinistra piace dire alla pancia della gente) in modo chiaro e diretto, in un momento in cui la nazione (in questo caso l’Italia) è in una crisi profonda sia economica, sia a causa di governi incapaci di dare risposte al popolo, riscuote sicuramente un certo consenso. Il risanamento della nazione, poi, è un’altra cosa. Promettere è facile, ma come dice il proverbio “fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. Nel caso dell’Italia, c’è l’oceano. La storia ci consegna spesso questi personaggi, sia in Italia, sia nel mondo. In passato, come nel presente. Può un uomo solo applicare il risanamento? Sicuramente no. Alle sue spalle ci deve essere una squadra di persone che sappia portare avanti le proposte che il leader espone. Se non c’è, l’onda lunga (termine coniato da Bettino Craxi) del consenso, prima si ferma e poi regredisce. Il leader, però, non può sapere cosa fanno i piccoli ras locali (grande iettatura in passato). Hanno capito il progetto che lui vuole portare avanti, o hanno altre mire? Di conseguenza, non può conoscere cosa avviene nel resto dello stivale. Se poi nel giro di pochi mesi, grazie a spicchi di elezioni, i voti aumentano, questo lascia pensare che tutto vada bene. Ma non è sempre così. In tempi recenti abbiamo avuto diverse dimostrazioni di come sia volatile la luna di miele dei partiti con l’elettorato. Apro una parentesi. Oggi assistiamo alla crisi di due grandi partiti: FORZA ITALIA e il PARTITO DEMOCRATICO. Il calo dei consensi ha tante motivazioni, ma una, accomuna entrambi: il vertice. Nel caso di FI, qualcuno aveva sperato che le news entry in Parlamento o al Senato, avrebbe portato avanti i valori del partito cercando una riscossa. Per il momento tutto tace, e aggiungo, visto i risultati di alcune elezioni parziali, è probabile che siano meteore di una legislatura. Così, nel silenzio tombale, solo pochi consiglieri comunali hanno tenuto alta la bandiera. A Modena l’onore, ma anche l’onere (non si salta sul carro del vincente come spesso accade), è toccato ad Adolfo Morandi e a Galli Andrea tirare avanti la carretta, insieme alla dinamica Anna Maria Bonacini responsabile dei Senior di Forza Italia della provincia. E, proprio loro, hanno aperto i giochi delle comunali, per vedere se si riesce a liberare la città da un’amministrazione vecchia e stantia, sostituendola con nuove idee e progetti. Addirittura due eventi organizzati nella sera del 25 luglio (la data che in passato ha portato alla caduta di un altro uomo, osannato dalle folle, ma mal circondato da suoi). E qui, casca l’asino. Mi soffermo su quella che è stata definita “la marcia di solidarietà” nei confronti delle Forze dell’Ordine, organizzata proprio da Anna Maria Bonacini. La signora a cui forse sta veramente a cuore l’interesse dei cittadini di un’area veramente disastrata (grazie alla sinistra), aveva dato una caratteristica particolare all’evento. Solo bandiere tricolore, nessun simbolo di partito: un’operazione trasversale che avrebbe dovuto fare da collante per chi vuole cambiare il lento declino della città. Risultato: altri partiti, in primis quelli del centro destra, non pervenuti. Cittadini e rappresentanti dei comitati della zona, sempre pronti a piangersi addosso e chiedere più presenza delle Forze dell’Ordine, anche loro non pervenuti. Mi domando, visto che l’evento era alle 20.00, come mai non c’era nessuno? Caro cittadino dell’area Tempio, se per fare i tuoi interessi, viene il consigliere di Mirandola Marian Lugli, mi viene da pensare (come dice Vittorio Feltri) – Che me ne frega a me dei migranti nelle periferie? Io sto in collina in mezzo al verde a Bergamo -. E qui parte la riflessione della persona che dovrà mettere la crocetta su un simbolo elettorale alle comunali e alle regionali del 2019. Va bene che ognuno tira l’acqua al suo mulino, però, la manifestazione era fatta da italiani sotto il tricolore. Si vede che il messaggio del leader con il vento in poppa non è ancora arrivato alle celluline grigie (come direbbe Hercule Poirot) dei capetti modenesi. Per vincere le elezioni a Modena e in Regione e fare veramente gli interessi del cittadino, c’è bisogno di un grande patto di centro destra, Quando vi accomoderete intorno a un tavolo, partite dal presupposto che uniti si vince, divisi si perde. Perciò, un po’ di umiltà per il bene dei modenesi che vogliono cambiare, non guasta. Chissà se i destinatari di questo messaggio capiranno?