Non sono espatriata. Rieccomi dopo una campagna elettorale che non mi ha appassionata.
Chiedo solo a Bice questa opportunità di immischiarmi tra gli stimolanti commenti che vi ho avuto il piacere di leggere in queste ultime settimane.
Ammetto: questo mio contributo ha una sua presunzione di fondo: vuole chiamare al confronto le forze politiche e istituzionali della città, anche in ordine sparso, ma intende invitarli “amichevolmente e caldamente “a fare sentire la propria opinione “come persone ben informate sui fatti”
Di fronte a tanto, se pur a volte contradditorio, ma incalzante disagio che si avverte tra l’opinione pubblica il rimanere in silenzio o esprimersi solo nelle sedi istituzionali oggi equivale solo a “incomprensibile atteggiamento autodistruttivo”.
Non è quindi questa mia una voglia di provocare , ma questo mio contributo vuole essere un invito ai Consiglieri comunali e provinciali di Modena di entrare dove è possibile, in un dialogo e un confronto, fuori dagli schemi e dai ruoli dei rispettivi partiti, riguardo queste mie perplessità, a questi conti che non mi tornano, che dirò, e che, non essendo grida isolate si aspettano da voi delle risposte.
Questo è un mio titanico sforzo teso a sollecitarvi a vincere la crisi in cui versa oggi la politica nobile, un tentativo di volere intercettare le vostre proposte creative e positive che ampi strati di popolazione, me compresa, non intercettano più nei vostri discorsi.
Ciò detto, come era logico aspettarsi, accantonate le elezioni politiche, si comincia a pensare già alle prossime amministrative anche perchè, nel caso di Modena, si effettueranno fra un anno.
Si ha l’impressione che si tratterà – anche nel modenese – di lotte apertissime, giocate sul filo di lana. Qualcuno sta già chiamando a raccolta il popolo per sconfiggere il tiranno!
Ma questo ennesimo tentativo di trasformare la dialettica politica in uno scontro tra buoni e cattivi, tra bianchi e neri, tra guelfi e ghibellini è giustificato?
Mi chiedo se tutto questo è realmente il frutto di due opposte visioni di civiltà che stanno dividendo il popolo italiano,e quindi voi stessi, come nostri rappresentanti.
Mi sto domandando se c’è tra le nostre città una reale e quindi percepita differenza genetica di chi è “celtico padano” che lo rende diverso, distinto e distante dal “romano levantino”
Pertanto, saremo chiamati alle urne dai vostri rispettivi partiti con passionalità estreme in quanto saremo chiamati a scegliere scontri di civiltà tra loro divaricanti, o più semplicemente saremo sollecitati a scegliere a chi affidare il potere e la guida temporanea della città.
Purtroppo però questo scenario è indifendibile e non appropriato in ambedue i casi si volesse applicare.
Nella prima ipotesi tenere costantemente sotto pressione la gente con il terrore de “al lupo al lupo” col tempo chiarisce alla stessa che “il lupus è in fabula” e serve solo alla “casta politica” per autolegittimarsi e auto finanziarsi;
Nella seconda ipotesi dove molto programma amministrativo è sovrapponibile si finisce per essere portatrice di delusioni e di frustrazioni figlie di un dissacrante “ sono tutti uguali”
Infatti, a volte si stenta a d individuare dove consista la reale differenza fra i contendenti, visto che annose questioni politiche e sociali non riescono a trovare soluzioni anche se si passa il timone e la guida da un condottiero all’altro. Da uno schieramento a quello contrapposto.
Non sarà dato quindi ad assistere a bruschi cambi di linea politica mirati ad intaccare la struttura portante del sistema sociale, culturale ed economico della città, ma a progetti in alcuni punti diversi, ma mai divaricanti.
Del resto con il crollo della vecchia Dc, che ha avuto anche il merito di garantire al paese un percorso moderato, pur fra spinte e controspinte intrepretate e rappresentate da opposte forze contrapposte, si è poi assistito ad una corsa a riempire
Infatti, anche attraverso un progressivo spostamento verso il centro moderato da parte anche del così detto zoccolo duro di partiti originariamente anti sistema ( ex PCI ; ex MSI)
Non è vero? Mi si dica a quale ideale, sogno, utopia, disegno di nuova società si tende!
L’unica novità che ho sentito dopo il crollo del muro di Berlino è aver sentito parlare dell’esigenza di discernere entro uno sviluppo sostenibile!
Con il petrolio che ha toccato anche i 120 dollari al barile trovarsi nell’obbligo di fare scelte conseguenti non è una grande dimostrazione di acume e lucidità politica innovativa.
Sviluppo sostenibile sarà una dura necessità, ma non è un progetto di società migliore!
Parlo di modello di società da rinnovare perché siamo in pieno degrado sociale e culturale.
Eppure un riappropriarsi e un rimpossessarsi di una nostra capacità degna di teste pensanti, un nostro ragionato e convinto coinvolgimento responsabile di vivere la città è necessario urgente e obbligato perché in alternativa a degrado si risponderà con altrettanto odiose nostre scelte di degrado .
Ho la netta sensazione che stiamo dimostrando a noi stessi e al resto dell’Europa e al resto del mondo che stiamo perdendo la sfida che ci prospetta il mondo nuovo e diverso da come non pensavamo.
Stiamo perdendoci nella nostra incapacità di saper gestire questa nuova realtà fatta di immigrati, di islam, e di tanti, troppi noi stessi, a spiare il mondo dietro le tende di casa nostra per ostinarci a non scendere in strada.
Sicuramente vinceremo la grande emergenza sicurezza e cose collegate. Vinceremo grazie alla nostra supremazia nel imboccare gli strumenti necessari per sconfiggere l’illegalità dilagante, ma perderemo perché ormai privi di superiore civiltà di superiori valori da esportare, capaci di neutralizzare virus o microbi di insicure provenienze.
Sono certa che anche a voi in questa analisi sulla sacrosanta domanda di sicurezza c’è alla fine qualche cosa che ci sfugge che non ci convince pienamente.
Diciamo a chiare lettere e scanso di equivoci che non è ammissibile in una città civile quale è Modena dovere assistere, dopo il tramonto, al riaffiorare da più parti, come se fosse la cosa più naturale del mondo, frotte di “spacciatori” prostituzione, immigrati clandestini e altro insieme prevedibile di furti sulle auto, negli appartamenti , di scippi e di ogni tipo di violenze specie nei confronti delle donne.
Mi chiedo se questa non gradite presenze sono dei parassiti indesiderati e fastidiosi che inspiegabilmente ed improvvisamente ci troviamo nel nostro quotidiano (tipo i pidocchi che qualche anno fa imbarazzavano le nostre incolpevoli giovani scolaresche) o se invece sono anche naturali sbocchi che richiede un elementare legge di mercato condizionata dal rapporto domanda offerta .Se a Modena non ci fosse questa alta richiesta di cocaina e affini; se la domanda di sesso a pagamento fosse quasi inesistente; se la tentazione di avere manodopera in nero non trovasse un nutrito gruppo di estimatori cosa verrebbero a cercare nel modenese certi immigrati extracomunitari, meglio se clandestini?.
Di fronte ad una Modena profondamente virtuosa, la vita e la presenza di spacciatori, prostituzione e clandestini non reggerebbero più di un mese.
Da queste ovvietà , queste banale e puerili considerazioni ne conseguono le mie perplessità .
Per esempio non sono ancora in grado di capire se quella crescita esponenziale fatta di domanda o di dipendenza o dal piacere edonistico senza barriere sia area più di destra o più di sinistra e poi se le risposte in termini risolutivi sono più in mano alla destra o alla sinistra.
Non capisco, o forse facciamo finta, se questa overdose di disvalori sia più vicina al modello di vita del tardo e decadente impero romano o ai valori del cristianesimo che vogliamo così tanto difendere in quanto nostra radice, che vogliamo testimoniare davanti agli islamici.
Un cristianesimo che non esita a non riconoscere l’imperatore come “pontefice”quindi fino a sfidare l’autorità o un cristianesimo che giustifica, comprende, tace, o a copertura di una società edonistica che di profondamente cristiano le sono rimaste solo alcune riminiscenze
Quindi per agevolare l’estirpazione di questa mala pianta che c’è perché risponde a delle nostre domande …Nel caso specifico cosa ci si prospetterebbe come grande soluzione
Si pensa ad una ritrovata conversione virtuosa dei modenesi fatta di rifiuto o ripudio verso ogni tipo di disvalore, oppure devo aspettarmi il sorgere di rioni o quartieri ghetto specializzati secondo il tipo di emozioni da fornire: dalle “luci rosse” a quello idoneo per i consumatori di droghe ecc,ecc.
Temo che la soluzione ottimale sia lontana dall’essere raggiunta.
Manca il coraggio?
Manca la sfrontatezza di gettare il cuore oltre l’ostacolo?
La nuova Modena, la Modena alternativa a quella parte che oggi non si piace, non credo si costruisca con l’elezione di novelli “Rambo”
La si costruisce con l’apporto di tutti coloro che provenendo da destra o da sinistra sono diretti a pensare ad una città che si regge su ritrovati valori perché è ancora in grado di capire cosa sono e dove si annidono i disvalori che le nuocciono profondamente la salute..
Cari consiglieri, voi come la pensate a riguardo?