Come promesso eccoci di nuovo qui
Non era vero, quindi, che i soldi, come qualcuno sosteneva, non c’erano: come per magia arriveranno infatti in zona Tempio 750.00 euro, di cui 350.000 per il nuovo bando.
Prima della sua pubblicazione, auspicavamo che il testo del bando fosse redatto, questa volta, in modo da evitare di sciupare denaro pubblico, ricordando le passate esperienze e le richieste dei residenti, considerato che si tratta di quattrini anche loro.
Ebbene, nessuna risposta – come ci attendevamo – è stata data alle nostre domande relative ad alcuni locali che dovevano aprire in base ai bandi precedenti e non lo hanno fatto, ad altri che hanno ottenuto finanziamenti e se ne sono andati, o che nessun “valore aggiunto” hanno portato alla città.
Sicché, della qual cosa tutti possono prendere atto andando a leggere il testo disponibile sul sito del Comune – i politici locali lo hanno fatto? -, pur essendo stato scritto con maggiore attenzione di quelli precedenti, nulla di specifico è detto circa le modalità con cui saranno attuati i controlli da svolgersi a posteriori su chi avrà ottenuto finanziamenti.
Ne’, d’altra parte, sono imposti obblighi a proposito dell’illuminazione esterna.
Ancora: nonostante i moduli per la richiesta di contributi precisino che per accedere ai finanziamenti occorra vendere prodotti locali e di origine biologica, ciò vale solo per le rivendite di alimentari e per chi somministra cibi e bevande, non quindi per i Kepab, che rientrano nella categoria degli artigiani, come se non distribuissero in pratica anch’essi cibi e bevande.
Inoltre, la sezione riguardante le attività esistenti appare assai poco soddisfacente.
Infatti, se nella prima sezione, dedicata all’apertura di nuovi locali commerciali, è riservato un “peso” pari al 70% (nel punteggio da assegnarsi in sede di valutazione) per chi finalizzerà il progetto a servizio del Museo Enzo Ferrari e alla valorizzazione delle eccellenze modenesi, nella seconda, riguardante le attività esistenti, tale peso è ridotto al 35%, il che ci pare manifestare una volontà, da parte del redattore del testo, di mantenere in zona quei troppi locali etnici di cui abbiamo più volte evidenziato la necessità di essere delocalizzati su tutto il territorio comunale.
L’impressione su esposta diventa pressoché una certezza quando si legge che potranno essere erogati incentivi a chi “riposizionerà” la propria attività all’interno della zona.
Non in altre aree della città sprovviste di quella determinata tipologia di locali, ma sempre all’interno della zona Tempio!
Un primo effetto di una simile geniale idea pare essere il “riposizionamento” di quel salone di acconciatura di Viale Mazzoni (con la saracinesca da Bronx) di cui avevamo già parlato e al quale erano stati concessi 1.800 euro con uno dei bandi precedenti.
Almeno questo si evincerebbe dal fatto che l’insegna esterna del locale è stata oscurata e che si sta lavorando alacremente nei locali di Viale Crispi dove la stessa esercente era titolare anche di un mini market per il quale – bontà “loro”, anche per quello – aveva ricevuto un contributo di circa 1.600 euro col medesimo bando di cui si è detto. , la “brava” esercente di quel salone, che nulla ha fatto per migliorare l’aspetto del quartiere a fronte dei contributi ottenuti, ma che, anzi, appena la stagione lo consentiva, ingombrava il marciapiede con sedie, potrebbe ora richiedere nuovi finanziamenti.
Con una sorta di gioco dei bussolotti, o delle tre carte, insomma.
D’altra parte, se ciò fosse vero, non solo
In tal modo, secondo il nuovo bando si contravverrebbe alle condizioni poste dai vecchi bandi, secondo i quali per non vedere revocato il contributo occorreva che le attività dovessero rimanere aperte per almeno due anni senza essere cedute a terzi, ma, poiché nei vecchi locali del salone di acconciatura di Viale Mazzoni un’altra parrucchiera pare abbia preso il posto della precedente, in un raggio di circa 300 m dalla Stazione potremmo contare, per sistemare le nostre chiome, su almeno 6 saloni di acconciatura, di cui 3 etnici.
E’ questo che chiediamo da due anni e mezzo per migliorare la zona Tempio e la città?
Per ottenere integrazione e sgravare di lavoro le forze dell’ordine?
E’ questo ciò di cui hanno bisogno i Modenesi e quanti arriveranno a Modena per visitare il Museo Casa Natale Enzo Ferrari?
A questo punto pretendiamo perciò che il Comune recuperi al più presto da chi ha contravvenuto a quanto stabilito nei bandi precedenti il denaro concessogli e che non gli faccia nuovi regali.
E sì che sarebbe stato sufficiente scrivere che era possibile accedere ai contributi solo in caso di “riposizionamento” della propria attività in luoghi della città in cui la percentuale di negozi analoghi, a trasferimento avvenuto, non risultasse superiore al 10%.
Volendo, dati i tempi biblici di attuazione del bando, si è ancora in tempo a cambiare.
Vedremo.
Le prossime elezioni non sono così lontane e abbiamo buona memoria.