Crollano le roccaforti della sinistra: Liguria, Emilia Romagna e Toscana si risvegliano meno rosse e più verdi e azzurre. Ma, anche in Lombardia, le cose non vanno bene. Crolla la Stalingrado italiana di Sesto San Giovanni. I rossi si consolano con la conquista di Padova e Belluno al Nord, Lecce e Taranto al Sud. Avremo tempo di fare un’analisi più dettagliata del voto, anche se a mio modo di pensare, la sinistra paga in maniera netta e chiara la sua idea di snaturare una nazione. L’allargamento dell’accoglienza e lo ius solis hanno prevalso sulle buche nelle strade. Mi azzardo anche a dire che, finalmente, l’inquilino della porta accanto che vede il proprio figlio disoccupato, mentre il dirimpettaio piazza il suo in qualche cooperativa per la gestione dei profughi (mi piace citare il grande Giovannino Guareschi – nel segreto dell’urna Dio ti vede Stalin, no-), abbia fatto la sua scelta. Attenzione, però! Ricordate l’Idra, Benché Ercole staccasse le varie teste, esse poi ricrescevano. Così è la sinistra che, badate bene, non è morta. Se tutti i vari movimenti trovano la quadra, per suddividersi il potere, può ancora fare molti danni all’Italia.
Siamo alla vigilia dell’evento dell’anno per la città di Modena: il Vasco Rossi show. Che cosa dire? Niente. Fiumi d’inchiostro sono stati già versati nel bene e nel male. L’unica cosa che si può dire e che mi auguro che tutto fili liscio e nessuno si faccia male. Poi, il disagio che questo evento porterà, come ben dice la signora che non riesce a fare la spessa quel sabato perché abituata così da anni o per coloro che non potranno liberamente muoversi, sono solo quisquilie e pinzillacchere. Ben poca cosa di fronte al giro d’affari che ne deriva. Inutile prendersela con il sindaco o il tale assessore, i modenesi non li hanno mica votati con una pistola puntata alla testa. In fondo, il denaro non puzza. Speriamo solo che il ricavato, da parte del Comune, serva ad aiutare i modenesi in difficoltà e non finisca nel pozzo senza fondo dell’accoglienza.
E a proposito di denaro che noi contribuenti versiamo alla Tv di Stato, apprendiamo che una parte servirà a pagare il mega stipendio al conduttore televisivo Fabio Fazio della trasmissione Che tempo fa. Trattasi di un contratto quadriennale da 2,8 milioni, per un totale di 11.2 milioni, che finiranno nelle tasche di Fazio.
Belin, direbbero a Genova, siamo sicuri che Fazio valga tutti questi soldi? Qualcuno dice sì, qualcuno dice no. Naturalmente si è aperta la classica polemica del giorno dopo su questo compenso. Fra le tante frasi relative al “fattaccio”, mi piace (ma lo dico fra virgolette), ricordare quella di Roberto Fico, presidente della Commissione di Vigilanza Rai, che riassumo: – Uno scandalo, un comportamento vergognoso. Quando era stato preventivato di toccare lo stipendio a Fazio, classico comunista col cuore a sinistra e portafogli a destra, (lui ndrd) voleva scappare in un’altra tv. Ora che è arrivato il suo compare Orfeo e gli aumentano lo stipendio non vuole più scappare dalla Rai-. Niente di nuovo sotto il sole, c’è una vecchia ruggine fra i grillini è il nuovo direttore generale della Rai Mario Orfeo. Pertanto non mi stupisco e non dovrebbero stupirsi gli italiani. In passato è successo di peggio. Oh, italiani di poca memoria! Dove eravate quando la DC e il PCI, ma quasi tutti i partiti dell’epoca della Prima Repubblica trovavano un buco, dove infilare un loro caro amico o stretto parente? A tal proposito non fanno eccezione le televisioni private del Cavaliere. Un esempio: si preferisce assumere la moglie di un esponente di sinistra, al posto della figlia di un servitore dello Stato assassinato dalla mafia.
A buon intenditor poche parole.