Avvertenza

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""Pagine memorabili del giornalismo italiano"": Prefazione intitolata “Avvertenza” del volume di Montanelli – Cervi: L’Italia degli Anni di piombo 1965 - 1978.

 

Questa volta non si tratta di un articolo vero e proprio, ma di una pagina scritta all’inizio di un libro di Storia. Una storia recente, che ci riguarda direttamente, intrisa di odio, di delitti, di infamia e di vergognosa codardia. Se qualcuno non avesse ancora letto “L’Italia degli anni di piombo 1965- 1978 , ne approfitti per farlo. Se non si attribuisce soverchia importanza ai travasi di bile, non se ne pentirà.

A. B.

Avvertenza

Questo degli Anni di piombo è stato, per Cervi e per me, il capitolo insieme più facile e più difficile da ricostruire. Il più facile perché, avendolo entrambi vissuto in prima persona e in qualità di cronisti e di commentatori dei suoi vari episodi, non abbiamo avuto bisogno di consultare molti testi e documenti: bastava la nostra memoria. Il più difficile perché questi episodi sono talmente aggrovigliati che il dipanarli ci ha costretto ad un giuoco di anticipazioni e di rievocazioni che rende arduo seguire il filo del racconto.

Un’altra difficoltà è stata, per noi che ci siamo stati dentro fino al collo, prendere dagli avvenimenti la distanza necessaria a rappresentarli col dovuto distacco. Degli anni di piombo noi non siamo stati spettatori neutrali. Fondammo un giornale apposta per intervenirvi, e l’abbiamo fatto giorno dopo giorno, con quanta più incisività potevamo, e da posizioni in pieno contrasto con quelle assunte, più o meno scopertamente, da quasi tutta l’altra stampa, quotidiana e periodica, nazionale. Fu una battaglia dura e difficile, che ci ha lasciato addosso parecchie cicatrici, e non parlo soltanto di quelle materiali. Per tutti gli anni Settanta, e per i primi Ottanta, noi fummo indicati alla pubblica esecrazione come i fascisti, i golpisti, in una parola i lebbrosi. E forse saremmo ancora nel ghetto in cui ci avevano relegato, se a trarcene fuori dandoci completa ragione non fossero sopravvenuti i fatti.

Spogliarci di questo passato e parlarne come se non ci avessimo partecipato è stato, per Cervi e per me, lo sforzo più grosso. Speriamo di esservi riusciti: nei limiti, si capisce, di quell’angolatura da cui nemmeno lo storico più obbiettivo e imparziale può prescindere. Per noi gli anni che vanno dalla strage di piazza Fontana all’assassinio di Moro non sono affatto «formidabili» come li dipingono certi commentatori e memorialisti di sinistra per giustificare i propri trascorsi di fiancheggiatori del terrorismo. Per noi quei «formidabili » anni furono quelli del sopruso di una minoranza ubriaca di mode e di modelli d’importazione (Marcuse, Mao, Che Guevara) su una maggioranza succuba anche perché priva di una voce che la rappresentasse. Noi fummo questa voce. E non possiamo prescinderne anche se abbiamo fatto di tutto per dimenticarcene.

Secondo noi, il bilancio di quei «formidabili » anni è tutto in passivo. Essi non si sono lasciati dietro che lutti, galere, e quella cosiddetta « cultura del sospetto » che seguita ad inquinare la nostra vita pubblica, continuamente scossa da scandali più o meno pretestuosi che proprio in quei «formidabili» anni hanno la loro origine e radice.

Ma il nostro, intendiamoci, non è un libro di denuncia. Le denunce le sporgemmo via via che i fatti ce ne offrivano il destro. Oggi che la Storia ha emesso il suo verdetto, la denuncia sarebbe anacronistica e ingenerosa. È alla Storia che noi abbiamo voluto dare il nostro modesto contributo. E credo che sia tempo di farlo prima che i Grandi Delusi della sinistra si approprino, come sempre fanno, anche di quella e la stravolgano a profitto delle loro sbugiardate e ridicolizzate tesi.

Se abbiamo assolto il nostro impegno, lo giudicheranno i lettori, e specialmente quelli che, come noi, hanno vissuto quel periodo. Per aiutarli a ricordare, noi crediamo di avere fatto del nostro meglio.

 

 

 

Tratto dalla Prefazione intitolata “Avvertenza” del volume di Montanelli – Cervi: L’Italia degli Anni di piombo 1965 – 1978 – Ed. RCS Rizzoli Libri – Milano 1991

 

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