Difficile coniugare sincera cordialità e singolarità: gli auguri di Buon Natale, felice Anno Nuovo, Liete Feste ecc. sono quasi sempre frasi fatte, uguali a sé stesse. Quasi scritte con lo stampino.
I più evoluti usano biglietti prestampati con la traduzione nelle lingue più strane: mongolo, xhosa, hindi, etc. Difficile quindi, dicevo, trovare una formula augurale dotata di un pizzico di originalità.
Prenderò perciò spunto da
Ne ho scelti alcuni fra i più arguti, profondi, eruditi e raffinati:
R: R: Lepidezza = limpidezza! scritto da Traduzioni on line 01/12/2006 09.07
Mi fa molto piacere averLe rotto le uova!!! si figuri quanto se le sono rotte gli altri con codesti fronzoli di tipo tardo barocco / rococo’ !!!! Frittatiamo insieme va che è meglio.
Bene…. scritto da IL VENDICATORE
“dal basso del mio letamaio non posso che ….mandarle la mia estrema unzione…..
R: R: R: R: Mistero? Quale? La risposta che Scritto da IL VENDICATAORE
Sono buono. Siamo sotto Natale. Le regalo un alberello dell’Arbre
Aristarco … s critto da IL VENDICATAORE MASCARATO 14/12/2006 12.16
Carissimo Aristarco ma perchè non t
i fai dare gli indirizzi di posta elettronica di Zamberlucco,Ugolino,Broglia,Ombrello aperto,
La terra ha bisogno di braccia scritto da Aristarco Scannabue 24/11/2006 14.52
Se non si è capaci di leggere, comprendere ed apprezzare una pagina scritta in italiano corretto, limpido ed elegante, è forse meglio dedicare il proprio tempo all’aratura, alla semina e alla raccolta degli ortaggi: sarà un vantaggio per tutta la comunità. “La terra ha sempre bisogno di braccia”, diceva un’antica docente di ginnasio. Aveva ragione.
Ave, Maria scritto da SARPEDONTE 22/11/2006 18.31
… anche Barabba ha i suoi fans, ma questo non significa che Lei, da ultima arrivata, si senta legittimata (immagino sia una ex-professoressa, è lampante) ad assurgere al ruolo di mosca cocchiera. Prego, signora professoressa, scendere.
R: Perle: pro e contro scritto da Don Petronio Zamberlucco 18/12/2006 22.30
Interessante questa erudita ricognizione del dotto Sarpedonte nei Vangeli apocrifi (San Tommaso [76]) ed ancor più in Phaedrus: “In sterculino pullus gallinacius dum quaerit escam, margaritam repperit …”. Forse quest’ultima ispirazione è da attribuire alla vicinanza con la fabula aesopia 6, liber III “
<
span style="mso-bookmark: 5785""> R: R: Perle: pro e contro. Scritto da Sarpedonte 19/12/2006 10.08
UH
R: R: R: R: Mistero? Quale? La risposta che non Scritto da Traduzioni on line 18/12/2006 12.35
… Per quanto riguarda i miei studi, lasci fare che posso vantare un magnifico diploma di scuola superiore sudato sui banchi e non pagato a scuole private e la prego non permettersi
R: R: R: traduzione di un bel nulla da dire Scritto da Traduzioni on line 29/11/2006 11.36
… = lepidezze non esiste in italiano, forse
R: no non ha risposto ma… Scritto da Traduzioni on line 19/12/2006 10.25
P.S.: non si sprechi in una risposta che leggerebbero solo i suoi amici del club, perchè ribadisco vado a girovagare su altri forum più seri.
———————————————————————————-
Alcuni, come potete leggere, dall’alto della loro aristocratica prosa, non si degnano di argomentare il loro dissenso sui contenuti dell’articolo in questione, ma ostentano sovrana sufficienza e si rivolgono all’autore con frasi di affabile disprezzo.
Altri, attenti a considerare ed a leggere solo sé stessi[1], si dimenticano di ciò che hanno scritto in precedenza, e non si avvedono delle allusioni talvolta insite negli scritti altrui.
Altri ancora, convinti di conoscere la lingua italiana solo per avere conseguito un “magnifico diploma di scuola superiore”, pretendono di impartire lezioni. Poi non conoscono l’esistenza di vocaboli come “lepidezza” e scrivono “se stessa ” senza accento, aggiungendo anche “(so benissimo che non vuole l’accento il sé)”.
Se non fosse Natale, direi ai primi: quando non siete in grado di comprendere o di apprezzare ciò che trovate scritto in un articolo, lasciate perdere: le rubriche sono molteplici, troverete sicuramente argomenti adatti alla vostra portata. Il vostro linguaggio, i vostri insulti qualificano voi, non coloro a cui sono diretti.
Ai secondi, se non fosse Natale, direi: provate a offrire all’interlocutore la medesima attenzione che riservate a voi stessi. Potreste anche scoprire di essere stati voi stessi, in altra occasione, ad avere usato una certa metafora: molti commenti inutili, molte incomprensioni sarebbero evitate, con grande gioia dei Lettori.
Agli ultimi, se non fosse Natale, consiglierei, con molta affabilità, di lasciare ad altri un po’ più preparati, il compito di impartire lezioni di lessico e grammatica italiana: eviterebbero di essere apostrofati come lo fu Dante dall’Aquila celeste:
Or tu chi se’, che vuo’ sedere a scranna,
per giudicar di lungi mille miglia
con la veduta corta d’una spanna?[2]
So che non è tutta colpa loro: la scuola pubblica italiana da qualche decennio è culturalmente di minuscola entità ed elargisce diplomi a man salva. Tuttavia, come diceva un tempo il maestro
Per concludere:
l’ignoranza non è quasi mai una colpa, ma lo diventa quando, per difendersi, prende a scudo di sé stessa l’arroganza.
La miopia non è quasi mai una colpa, ma lo diventa quando, per non essere scoperta, cerca di proteggersi usando l’ombrellino della volgarità offensiva.
Auguro invece con sincera simpatia a tutti i Lettori ed a tutti i Commentatori (nessuno escluso) di
[1] Quelli che parlano bene li chiamano “autoreferenziati”.
[2] Dante, Par. XIX, 79-81