Anni fa ho fatto un sogno. C’erano alberi chiazze di verde e un ragazzo che leggeva seduto all’ombra.
Il ragazzo camminava e sorrideva sfiorando i fiori colorati della primavera inoltrata e coccolato dalla sua brezza. Quello spazio al di fuori della vita quotidiana gli donava un’emozione nuova e rilassante, una carica necessaria per il ritorno all’ordinaria realtà.
Di tanto in tanto il ragazzo soleva cercare luoghi e situazioni che gli donassero quel tipo di emozione, fossero libri o tramonti o un brano musicale ascoltato guidando quietamente in una strada di campagna.
A volte quell’essere provava le stesse sensazioni anche altrove, inspiegabilmente qualcosa di simile succedeva anche nella realtà di tutti i giorni, in luoghi insoliti.
Una volta all’uscita di un negozio incrociò lo sguardo di una ragazza e il suo sorriso, eccola di nuovo quell’emozione. Quella ragazza sconosciuta fino ad ora e ancora per gli anni a venire gli aveva però donato le stesse sensazioni la stessa adrenalina positiva di quando lui si trovava solo di fronte ad una meraviglia della natura, o con il corpo attraversato dalle vibrazioni di un brano musicale ascoltato ad alto volume. Decisamente insolito ma molto piacevole. Oltretutto quel sorriso aveva aggiunto un sapore dolcissimo alla sua giornata. Questo gli rimase dentro per un pò, durante le sue escursioni al di fuori del lavoro e dei problemi ordinari, nella sua free-zone egli decise quindi di far entrare anche qualcosa di brillante come un paio di occhi colorati, e di profumato, e tiepido, come un paio di labbra femminili.
Finalmente la faccia nascosta della vita poteva rivelarsi piacevolissima, finalmente il lato privato di un’esistenza poteva assumere un significato notevole, nel donare e ricevere benessere. Una cosa eccitante, una sfida, sì una sfida con in palio un dono eccezionale, un sorriso e un bacio amorevole e la coscienza che un altro essere pensa a te e ha bisogno di te, di tanto in tanto per completarsi a sua volta.
Non c’era però nella realtà, occorreva cercare, la sfida era difficile e in più il ragazzo non aveva la minima idea del luogo nè del momento in cui si sarebbe verificato un altro incontro del genere. Aveva solo una idea che “”l’altra metà di sè”” si trovava da qualche parte lì intorno. Ne sentiva quasi le vibrazioni.
Ho fatto un sogno, o era realtà? Se ripenso a quel ragazzo di tempo fa che ogni tanto rivedo e saluto quando passo davanti allo specchio, se ci ripenso vorrei tornare indietro e digrli di cercare e non stancarsi mai, perchè il dono è prezioso ed appagante, è una cosa che ti rimane per tutta la vita, e che forse ti porterai come inconscio nella prossima.
A questo ripenso quando stacco le mie labbra dalle tue, a questo ripenso quando sento la tua voce, a questo ripenso quando senza toccarti sento le vibrazioni positive che mi trasmetti.
Grazie sogno mio, di essere diventato parte della mia realtà.
A domani forse… alla prossima vita di certo, riconoscerò i tuoi occhi senza esitare, e tu ti prego sorridimi quando mi incontrerai all’uscita di un negozio.
Questo di volevo dire tesoro.
Ciao