Anche l’insegnante prende l’insufficienza

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Ancora pochi giorni, poi ecco la   fine dell’anno scolastico. Nei mesi scorsi, sia la stampa, sia il ministro preposto, avevano anticipato ciò che ora è ufficiale, ossia che  molti ragazzi hanno contratto uno o più debiti nelle varie discipline. Ma, grazie a una modifica introdotta[1], i debiti non passeranno in cavalleria, con l’automatismo della promozione alla classe superiore dell’alunno.

I debiti faranno “sospendere”[2] il giudizio di fine anno, in attesa delle verifiche di settembre. Se le verifiche avranno esito positivo, ci sarà il passaggio alla classe superiore, altrimenti lo studente ripeterà l’anno. Non li chiamano con il loro vero nome, ossia esami di riparazione, ma in realtà si tratta di questo e  non ci trovo nulla di drammatico.

Non per una forma di crudeltà o accanimento da parte dei docenti, ma semplicemente perché tutte le discipline previste dal corso di studi devono essere superate, devono essere metabolizzate dallo studente, devono essere parte della sua preparazione, almeno in modo sufficiente. Tutte le materie sono importanti anche se una distinzione va comunque fatta, attribuendo, su tutte, la maggiore importanza all’Italiano, alla Matematica e al Latino ( nei corsi di studio dove è previsto).

Per la prima materia, è fin troppo ovvio il motivo.

Le parole vestono il nostro pensiero e lo rendono disponibile agli altri. Qualunque cosa si faccia nella vita, essere in grado di farsi capire e di  capire ciò che viene detto e scritto è la migliore e la più legittima di tutte le armi a nostra disposizione.

La Matematica, apparentemente arida, (così vicina e indispensabile, invece, alla Musica, la più perfetta e immateriale delle Arti) educa la mente del bambino, man mano, al ragionamento astratto, alla logica, fornisce gli strumenti per la risoluzione dei problemi, non solo quelli legati a vasche riempite in tot ore da rubinetti, o alla somma di zampe e teste dalla quale desumere il numero di conigli e polli rispettivamente…La stessa cosa fa il Latino, lo studio del quale è legato al rigore e alla logica, al di là del prezioso retaggio umanistico di cui magari qualcuno si fa un baffo.

Una bocciatura può essere terapeutica, in quanto fa capire allo studente che se non studia non è promosso. Talvolta può essere illuminante, indirizzandolo verso altre scelte di vita, parimenti valide. Perché nella società civile sono necessarie e indispensabili tutte le figure professionali ed è anacronistica e ridicola la spocchia di cui si ammantano certe categorie.

Ma, tornando alla valanga di «debiti» che si è abbattuta sugli studenti italiani dopo gli scrutini del primo quadrimestre, obbligandoli ora, in dirittura d’arrivo,  ad un superlavoro per recuperare, vado controcorrente, attribuendone la responsabilità anche agli insegnanti. In fondo, dare un brutto voto al proprio allievo significa  in un certo senso darlo a sé stessi.

Perché quei debiti, quelle insufficienze, in una certa misura sono da  attribuire ai docenti,alla loro incapacità di trasmettere le nozioni, alla loro incapacità di suscitare il giusto rispetto per lo studio della loro materia, alla loro incapacità di cogliere il disagio, la svogliatezza degli studenti fermandosi in tempo, tornando a spiegare loro le cose, sollecitandoli ad impegnarsi, facendo capire che, per quanto ostica, nessuna materia è insormontabile e irraggiungibile. Ma, soprattutto, facendo capire che un domani, nella vita, non si copia, non si svicola da un’interrogazione, non c’è qualcuno che passa il compito…E se pure l’evidenza mostra che certi “drittoni” passano come macchine schiacciasassi sull’anima degli altri, sui diritti altrui, sulle cose giuste…non è a loro che devono ispirarsi. Tutto ciò è faticoso, impegnativo, difficile da mettere in pratica, tenuto conto che gli insegnanti sono esseri umani, sono come tutti travolti dalle preoccupazioni del quotidiano, personale e professionale. Nella fattispecie sono alle prese con precariato, graduatorie, stipendi, giorno libero. Ma sono educatori, prima che insegnanti, e come tali hanno il privilegio di forgiare le menti, educare alla civiltà, preparare alla professione e al lavoro i cittadini del futuro.

A questo loro grande privilegio deve corrispondere il loro dovere maggiore.

Altrimenti , che vadano a fare dell’altro.


[1] Normative sul recupero dei debiti scolastici assegnati in sede di scrutinio (DM 80/07 e OM 92/07)

[2] All’albo dell’istituto viene riportata la sola indicazione “sospensione del giudizio”)

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