Alcuni temi caldi nel dibattito locale

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Provo a fare alcune riflessioni su temi che in questi caldi giorni estivi  hanno coinvolto la nostra città.
La prima è la questione della “salvaguardia del boschetto” di un’area a ridosso della tangenziale oggetto di una “trasformazione urbanistica”.  
Su questo si è scatenata una campagna di sensibilizzazione lanciata dalla Lipu, campagna che ritengo meritevole nelle intenzioni ma indirizzata alle persone sbagliate.
Infatti l’area fa parte di una proprietà privata ed in questo Paese i legittimi proprietari dispongono dei loro beni nei modi che ritengono più opportuno. Il pubblico, Stato, Regione, Provincia e Comune che sia, possono intervenire in un’area privata solo se al suo interno esiste un bene da tutelare, ad esempio alcune abitazioni in zona agricola per la tipologia, per le caratteristiche possono avere dei vincoli di salvaguardia. Esistono dei vincoli di salvaguardia anche su alberature, siepi ed aree verdi private. Per esserlo però hanno dovuto affrontare un iter preciso, come  specificare le motivazioni per le quali si riteneva quel bene “privato” degno di un vincolo, attraverso la redazione di documenti e relazioni che lo specificassero, perché ovviamente porre un vincolo su una area in un  Paese come il nostro che tutela la proprietà privata tra i suoi  principio costituzionale non è cosa ne semplice da fare ne lo si può fare con leggerezza. Tutto questo per dire che il valore pregevole di un bene privato da tutelare non lo decide un Sindaco, una
Giunta, come non lo può decidere neppure l’invio di decine di mail.
Il destinatario quindi di questa campagna è stato errato, infatti andava indirizzata alla proprietà del bene, per chiedere di ripensare al loro progetto per salvaguardare eventualmente quell’area.
In fase di presentazione del piano di trasformazione dell’area come Assessorato l’Urbanistica non trovandoci di fronte ad aree vincolate abbiamo ottenuto dalla proprietà la garanzia del mantenimento delle alberature e delle siepi più significative, oltre ad imporre la realizzazione di un corridoio ecologico di oltre 1 ettaro, dove saranno collocate più di 300 piante e 4000 siepi, aumentando in questo modo di 3 volte il patrimonio verde dell’intera area.  Su questo tema vorrei infine ricordare che a poche centinaia di metri da quell’area stiamo per acquisire le aree intorno al cimitero per la realizzazione del Parco della Cappuccina, che insieme alle altre aree verdi di nostra proprietà ci permetterà di unire quasi 12 ettari di aree verdi e di congiungere il centro storico con la zona sportiva e  con la zona industriale
 
Questo per rassicurare che sul tema verde questa amministrazione ha investito tanto e continuerà a farlo, del resto siamo passati negli ultimi 8-9 anni da 29.000 piante a più di 34.000 e da poco meno di 1milione di mq di verde pubblico a quasi 2,5 milioni di mq.
(per approfondire:
Altro argomento “caldo” è rappresentato del crescente insediamento commerciale in città, tema che si lega tra l’altro con quello che ho appena scritto.
Anche qui va fatta una premessa;  proverò a farla il meno tecnico possibile sperando di rendere alcuni concetto più comprensibili, mi perdoneranno i tecnici che leggeranno.
Una città decide dove e come espandersi in base a strumenti di pianificazione, i quali devono valutare ad esempio scenari di previsione su  come si evolverà ad esempio la crescita demografica, economica, soaile e non solo, arrivando in questo modo ad un “dimensionamento” della città tale da offrire una “crescita equilibrata”. Cioè  attraverso l’offerta di servizi di qualità, sia pubbliche che privati, offrire ai cittadini il  mantenimento di una buona qualità della propria vita.
Negli ultimi 15 anni che hanno visto il presentarsi di una pesantissima crisi economica  e nel 2012 il terremoto la nostra città è cresciuta da 60mila abitanti ad oltre 71mila ( LINK ANNUORIAO STATISTICO).  Siamo un territorio che attraecittadini dai comuni e dalle provincie vicine, fenomeno dipeso sicuramente  dal fatto che a Carpi si vive bene. Questa crescita demografica non ha portato con se una trasformazione della rete commerciale se non l’insediamento del “Borgogioioso”. E’ indubbio che oggi essendo un territorio attraente  siamo interessati da nuovi insediamenti commerciali, dovuti anche alle recenti liberalizzazioni che hanno tolto alcuni elementi di “freno”, come ad esempio l’eliminazione delle licenze, o il superamento della distinzione tra commercio alimentare e non alimentare.
Fino a pochi anni fa “il Comune” aveva strumenti e competenze sul numero di licenze, sulle tipologie, sulle distanze di insediamento delle attività commerciali, che oggi con le liberalizzazioni non esistono più.
La filosofia che fece nascere le  “liberalizzazioni” era di “sbloccare e modernizzare“  la  rete commerciale  il legislatore ha deciso che non potrà più essere il pubblico a determinare scelte commerciali ma  il  Mercato, togliendo di fatto tutti gli strumenti che erano in mano a Comuni, Provincie e Regioni.  
Il mix quindi di queste liberalizzazioni ed il fatto che siamo un territorio attraente ritengo siano i fattori che hanno  determinato l’arrivo di questi nuove offerte commerciali. In tutto questo il nostro interesse è portare il più possibile fattori positivi sul territorio, come ad esempio occasioni di nuovo lavoro (basti pensare che le nuove aree commerciali che stanno nascendo tra la tangenziale e via dell’Industria, stimiamo portino ad un incremento occupazione che potrà andare dalle 250\300 unità), augurandoci che queste nuove offerte commerciali possano  favorendo l’abbassamento d
ei prezzi dei prodotti venduti con benefici per i consumator
i.  
In questa fase abbiamo cercato nel limite delle nostre competenze di lavorare per favorire insediamenti di qualità, cercando di far realizzare  a questi soggetti privati alcune opere pubbliche, o spingere per la riduzione dei volumi costruiti, favorendo  l’inserimento di elementi ambientali come corridoi ecologici, l’utilizzo di materiale ecocompatibili, ed riducendo al minimo  l’impermeabilizzazione dei terreni, oppure come è avvenuto per l’area ex-migor, la “bonifica” di quell’area degradata ed abbandonata.
Potevamo rimanere spettatori inermi, ma invece pur in un quadro di deregolamentazione abbiamo cercato di giocare una partita portando a casa i miglior i risultati possibili per la nostra comunità.
Ci eravamo impegnati in campagna elettorale a non aumentare le aree edificabili, a quattro anni non solo abbiamo mantenuto quella promessa, ma abbiamo ridotto le aree edificabili sul nostro territorio di oltre 23campio di calcio, per la prima volta nella storia di questa città.
 
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