Altro argomento “caldo” è rappresentato del crescente insediamento commerciale in città, tema che si lega tra l’altro con quello che ho appena scritto.
Anche qui va fatta una premessa; proverò a farla il meno tecnico possibile sperando di rendere alcuni concetto più comprensibili, mi perdoneranno i tecnici che leggeranno.
Una città decide dove e come espandersi in base a strumenti di pianificazione, i quali devono valutare ad esempio scenari di previsione su come si evolverà ad esempio la crescita demografica, economica, soaile e non solo, arrivando in questo modo ad un “dimensionamento” della città tale da offrire una “crescita equilibrata”. Cioè attraverso l’offerta di servizi di qualità, sia pubbliche che privati, offrire ai cittadini il mantenimento di una buona qualità della propria vita.
Negli ultimi 15 anni che hanno visto il presentarsi di una pesantissima crisi economica e nel 2012 il terremoto la nostra città è cresciuta da 60mila abitanti ad oltre 71mila ( LINK ANNUORIAO STATISTICO). Siamo un territorio che attraecittadini dai comuni e dalle provincie vicine, fenomeno dipeso sicuramente dal fatto che a Carpi si vive bene. Questa crescita demografica non ha portato con se una trasformazione della rete commerciale se non l’insediamento del “Borgogioioso”. E’ indubbio che oggi essendo un territorio attraente siamo interessati da nuovi insediamenti commerciali, dovuti anche alle recenti liberalizzazioni che hanno tolto alcuni elementi di “freno”, come ad esempio l’eliminazione delle licenze, o il superamento della distinzione tra commercio alimentare e non alimentare.
Fino a pochi anni fa “il Comune” aveva strumenti e competenze sul numero di licenze, sulle tipologie, sulle distanze di insediamento delle attività commerciali, che oggi con le liberalizzazioni non esistono più.
La filosofia che fece nascere le “liberalizzazioni” era di “sbloccare e modernizzare“ la rete commerciale il legislatore ha deciso che non potrà più essere il pubblico a determinare scelte commerciali ma il Mercato, togliendo di fatto tutti gli strumenti che erano in mano a Comuni, Provincie e Regioni.
Il mix quindi di queste liberalizzazioni ed il fatto che siamo un territorio attraente ritengo siano i fattori che hanno determinato l’arrivo di questi nuove offerte commerciali. In tutto questo il nostro interesse è portare il più possibile fattori positivi sul territorio, come ad esempio occasioni di nuovo lavoro (basti pensare che le nuove aree commerciali che stanno nascendo tra la tangenziale e via dell’Industria, stimiamo portino ad un incremento occupazione che potrà andare dalle 250\300 unità), augurandoci che queste nuove offerte commerciali possano favorendo l’abbassamento d
ei prezzi dei prodotti venduti con benefici per i consumatori.
In questa fase abbiamo cercato nel limite delle nostre competenze di lavorare per favorire insediamenti di qualità, cercando di far realizzare a questi soggetti privati alcune opere pubbliche, o spingere per la riduzione dei volumi costruiti, favorendo l’inserimento di elementi ambientali come corridoi ecologici, l’utilizzo di materiale ecocompatibili, ed riducendo al minimo l’impermeabilizzazione dei terreni, oppure come è avvenuto per l’area ex-migor, la “bonifica” di quell’area degradata ed abbandonata.
Potevamo rimanere spettatori inermi, ma invece pur in un quadro di deregolamentazione abbiamo cercato di giocare una partita portando a casa i miglior i risultati possibili per la nostra comunità.
Ci eravamo impegnati in campagna elettorale a non aumentare le aree edificabili, a quattro anni non solo abbiamo mantenuto quella promessa, ma abbiamo ridotto le aree edificabili sul nostro territorio di oltre 23campio di calcio, per la prima volta nella storia di questa città.
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