Parco XXII aprile, tre siringhe abbandonate sul retro della palestra boxe La Ghirlandina, tre ragazzi perduti nella ricerca del piacere artificiale mentre all’interno della finestra altri ragazzi si impegnavano ad educare, attraverso “”la nobile arte”” la loro personalità e lo sviluppo psico-fisico.
E’ una sera come tante: troppe siringhe, troppe pasticche, troppe canne, vite bruciate senza più autocontrollo, stima di sè, coraggio, forza, intelligenza.
Quei tre ragazzi si sono bucati, accucciati nell’ombra del retro di quella struttura ormai fatiscente: e pensare che bastava entrare dalla porta principale della Ghirlandina, iscriversi, per ricominciare a vivere.
Quanti danni sta facendo la droga a Modena? Incalcolabili, sia umani che economici. Ma non basta condannare ed esecrare, bisogna trovare soluzioni per arginare questa peste. E fa rabbia vedere quanto poco si è investito in una palestra sportiva come la Ghirlandina Boxe, ben sapendo che questo sport è storicamente fonte di recupero sociale tra i giovani sbandati.
Relegata all’estremità meno nobile degli storici “”stalloni”” di Villa Rainusso, la palestra Ghirlandina avrebbe bisogno di un corposo restauro, di investimenti per le strutture, per gli accessori e di un rilancio che veda l’impegno della Circoscrizione 2 .
Dare un forte messaggio ai giovani è offrire loro un appiglio per non cadere, una mano per crescere: sulla loro formazione poggerà il futuro.
Così è quanto afferma Paola Lei, consigliere indipendente Circoscrizione 2 di Modena.
Argomenti brucianti per la loro cruda attualità. Argomenti che non bisogna accantonare, anzi occorre approfondire per potere individuare cammini di speranze.
Abbiamo così chiesto a Paola Lei:
Signora Paola lei afferma:Dare un forte messaggio ai giovani è offrire loro un appiglio per non cadere, unamano per crescere. Se lei fosse l’assessore competente cosa farebbe di concreto qui a Modena? Cosa intende quando afferma “” dare un forte appiglio?
Instillare nei giovani gli alti valori morali dello sport è fornire loro valori che non cambiano nel tempo, un credo del quale hanno un disperato bisogno per non perdersi tra mille tentazioni e delusioni. L’agonismo, la lealtà, la disciplina, lo spirito di sacrificio, il gioco di squadra: sono solidi binari che aiutano a proseguire nella retta via senza pericolo di sbandamenti.
Poi afferma anche che sulla loro formazione poggerà il futuro. Formazione: secondo Lei siamo in grado di assicurarla in tutte le sue sfaccettature?
No, non siamo ancora in grado di assicurare una forte ed omogenea formazione, perchè spesso manca il coordinamento tra gli organi preposti alla formazione: famiglia in primis, scuola e società. A volte sono addirittura uno in antitesi dell’altro ( famiglia – scuola ) creando confusione e turbamento. Di conseguenza i ragazzi seguono i percorsi educativi meno impegnativi, più indulgenti verso le loro debolezze, scimmiottando gli stereotipi dei mass-media.
Ma allora, i genitori , gli educatori, la scuola sono attrezzati per “”formare adeguatamente””?
La scuola, negli ultimi decenni, si è svuotata parzialmente dei suoi contenuti educativi, indebolendosi in vani tentativi di riforma. Gli insegnanti si sono via via demotivati, la loro figura educativa si è sbiadita nel tentativo di una modernizzazione più politica che funzionale. I genitori, nonostante abbiano una sempre maggiore scolarizzazione, peccano di immaturità, una sindrome di Peter Pan che li porta a soddisfare più i bisogni materiali della famiglia piuttosto che svolgere un ruolo educativo. Plaudo il tentativo attuale di riportare la scuola al livello di disciplina dei giorni nostri ( sono una maestra in pensione) anche iniziando dalle piccole cose come le divise degli scolari. I genitori dovranno fare la loro parte rispettando maggiormente il ruolo e l’autorità degli insegnanti, loro alleati nell’educazione dei figli. Un ritorno al passato non significa per forza involuzione, anzi.
In questa guerra contro la droga di che arma vincente avremmo bisogno, ma che ancora ci manca?
Manca l’acciaio di una politica coesa negli intenti e unita negli scopi, senza infingimenti nè distinzioni pretestuose. Finchè esisteranno correnti di pensiero ( e partiti politici ) che tollerano l’uso delle droghe, che giudicano il drogato come un malato da coccolare e perdonare in nome della libertà di comportamento avremo degli strumenti fragili e dei vuoti legislativi attraverso i quali si infiltra la droga. Basti pensare all’altalena delle dosi personali permesse, al fatto che lo spacciatore è perseguibile ma il drogato no, fino alle ultime dilazioni di quote di possesso di cannabis in base all’etnia (rasta).Ogni governo che si alterna spariglia le carte in tavola. Sbagliato confondere politica con salute e sicurezza. Occorre fermezza e pene commisurate, rimanendo ben lontani dal permissivismo radicale come dall’orrore delle pene capitali in Iran.
Chi vincerà questa sfida epocale? Quali prezzi dovremo essere disposti a pagare pur di vincerla?
Secondo me non ci saranno nè vincitori nè vinti, perchè gli stessi vincitori avranno pagato prezzi altissimi, un doloroso tributo lievitato in anni e anni di ignavia e di colpevole mancanza di azioni istituzionali. Quello che rischiamo oggi è un vuoto generazionale pauroso che potrebbe risucchiare come un buco nero le conquiste dei nostri padri.
Chi teme maggiormente in questa fase oltre ai produttori, i mercanti e gli spacciatori di droga?
Temo l’intreccio internazionale di questi menzionati con le complicità governative dei paesi produttori e le nostre carenze legislative in materia. Da non trascurare anche la leggerezza con la quale i mass-media coniano falsi miti al solo scopo commerciale. Mi ricorda il paese di Bengodi: non vorrei esserci quando i Pinocchi ed i Lucignoli si sveglieranno nel dopo festa e verranno a chiederci conto per le orecchie d’asino.
Cosa ha da dire oggi all’ assessore competente in materia nel comune di Modena?
Mi sembra che stia svolgendo un buon lavoro, supportato anche da numerose associazioni di volontariato, e le faccio i miei migliori auguri. Non approvo invece la metodologia dei SERT, in quanto sono solo dispensatori di metadone e non del recupero effettivo dei tossicodipendenti, credo piuttosto nelle comunità di recupero: Muccioli ne è l’eccellenza.
Noi la voteremmo! Farebbe l’assessore?
No, perchè non mi sento di avere le necessarie competenze per farlo. L’ambizione personale deve dare la precedenza all’onestà intellettuale, ne gioverebbe la cosa pubblica .