Africa, Europa e neocolonialismo

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Quando in Africa i popoli non avranno più da mangiare, invaderanno l’Europa. La colpa è del neocolonialismo, delle multinazionali e della Cina che da anni si espande in maniera segreta nel grande continente.

Ho modificato il titolo, prendendo una frase del film di Lucio Fulci, Zombi 2 che enuncia : “… quando i morti usciranno dalla tomba i vivi saranno il loro sangue …”

L’ho fatto perché mi sembrava troppo macabro, specialmente nell’attuale momento in cui ogni giorno muoiono centinaia di persone nel tentativo di raggiungere un mondo che garantisca loro una vita migliore di quella che ora conducono nelle nazioni da cui provengono e che è in massima parte il continente africano. Il tentativo, spesso riuscito, di queste persone è assolutamente normale per alcuni fattori.  Prima di tutto per la vicinanza dai porti di partenza e in seconda battuta perché siamo la nazione in cui, purtroppo, non esiste nessuna regola da rispettare. Veramente, norme e leggi ci sarebbero, ma chi approda alle nostre coste o giunge dalla tratta balcanica conosce solo una parola: io, ho diritto! Quindi, fanno quello che vogliono. Salvo una minoranza che ne avrebbe giustamente diritto, il resto diventa bassa manovalanza per la malavita o bivacca per le strade, vivendo di espedienti, mentre altri cercano di emigrare verso differenti nazioni europee per ricongiungersi a parenti o amici che in precedenza, ma erano altri tempi e con altri contesti, sono riusciti a trovare una vita migliore. Adesso, però, tutto questo è molto più difficile, perché le altre nazioni della UE, visto come si è ridotto quello che una volta era il bel paese, si guardano bene dal favorirne l’ingresso. In Italia ciò accade anche perché gli altri stati non hanno un vice Re (il vero Re sta in cielo), che alla domenica si affaccia da un balcone in Piazza San Pietro e ci racconta che siamo tutti fratelli. Io, personalmente, sono figlio unico! Infatti, ritengo che la frase declamata a gran voce dall’uomo in bianco, sia un po’ ardita. Senza allontanarci troppo, nella vicina area balcanica, gli sloveni odiano i croati. I croati odiano gli sloveni e i serbi. Questi ultimi, a loro volta, odiano i croati i bosniaci e i kosovari. Reminiscenze di amore fraterno tra ustascia e cetnici. Non vi basta? Anche mentre scrivo c’è una guerra in corso, una guerra che viene da lontano, Ucraina contro Russia. Io sicuramente non la vedrò, ma i miei nipoti e i vostri, vedranno e subiranno una guerra con conseguente bagno di sangue. Poi, azzardo una previsione: gli altri popoli d’Europa vista la nostra situazione simile a quella di una favela brasiliana, alla fine tireranno su un muro in prossimità delle Alpi per cercare di impedire l’ingresso agli ospiti non graditi. Fantasia? No, solo un sano realismo! L’immigrazione è una cosa seria e non si può pensare che una povera Italietta fallita materialmente e moralmente, possa cambiare il corso della storia. Ci vuole un intervento corale della UE, ma a quanto pare questa idea non è pervenuta dalle cancellerie delle varie nazioni, Promesse tante, fatti pochi. Poi, non dimentichiamo che noi “teniamo” i centri sociali che vanno a braccetto con le amministrazioni rosse delle varie città. Il caso di Firenze, giunto alle cronache per il rapimento della piccola Kata, ha scoperchiato un “solo” vaso di Pandora. Augurandoci che l’innocente possa al più presto riabbracciare i genitori, e che le situazioni di collusione sopra descritte sparse per tutto il territorio Italiano, vengano presto sanate. E cambiamo argomento, andando sul personale. La faccio breve: da dieci mesi non percepisco nessuna pensione. Prima ne avevo una, ridotta, poi, raggiunti i sessantasette anni di età, ho fatto la richiesta per avere l’importo pieno. Non l’avessi mai fatto! Sono caduto in un girone infernale, tra INPS e patronato ACLI che tengo a sottolineare non c’entra nulla. Quindi, pensione bloccata. Ognuno parla un linguaggio diverso e io continuo a rimanere con il cerino in mano che si sta consumando come il mio conto in banca. Riesco a mettermi in contatto con la sede di Roma e la gentile signora mi dice che è colpa dell’ACLI di Modena, che già in precedenza mi aveva risolto un problema e di cui mi fido e a cui l’istituto statale non risponde alle numerosissime richieste di delucidazione. Alla fine mi decido ad andare all’INPS Modena dove mi fissano un appuntamento per il giorno il 16 agosto alle 8,30 tramite un messaggio. Appuntamento a cui non manco, che però salta causa un guasto all’impianto elettrico. Registro con la coda dell’occhio il frettoloso uscire degli impiegati da una via laterale a cui non pare vero di usufruire di un giorno di relax pagato da noi contribuenti, dopo la faticosa giornata del Ferragosto. Il passo è quello di chi ha fatto il militare, come il sottoscritto, dopo i primi tre giorni passati in caserma. La prendo con il sorriso e faccio un po’ d’ironia. La sera precedente gli organi d’informazione avevano dato notizia che l’istituto sopra citato aveva erogato soldi per un miliardo a chi aveva fatto richiesta del reddito di cittadinanza, basandosi su semplici auto certificazioni, abbiamo saputo, spesso farlocche, quindi, non controllate. Insomma, hanno dato soldi a tutti, tranne che a me! Mi sorge un dubbio. Non è che fra quei soldi erogati ci fossero anche quelli destinati a pagare le bollette di Hera, visto il grave problema elettrico. Ai posteri l’ardua sentenza. Per finire, ricevo nella mattinata sopra citata un messaggio dell’l’INPS, dove si legge che mi hanno cercato, ma risultavo “irraggiungibile”. Da allora, più niente. Pazienza, mi rimetto in fila e naturalmente della mia precedente prenotazione non c’è traccia. All’ingresso mi viene comunicato da un supponente agente di sicurezza, a cui cerco invano di spiegare la situazione (tuttavia è normale, gli danno un pennacchio e una divisa e soprattutto un pistolone, ma corso di formazione non pervenuto), che debbo inevitabilmente rifare la fila. Cosa che disciplinatamente eseguo e finalmente riesco ad ottenere un nuovo appuntamento. Devo ammettere che le tre signore e i due ragazzi che ho trovato allo sportello indicatomi, hanno capito la mia situazione e si sono prodigate per darmi un nuovo e veloce appuntamento anche perché avendo spiegato loro che essendo io in regola con l’età e avendo versato i contributi necessari, mi dovevano spiegare perché non potevo fare una autocertificazione in cui dichiaravo, sotto la mia responsabilità, di essere in regola.

Chissà come finirà? Non vorrei fare la fine di un famoso detto riferito al pescatore toscano di nome Giunti: acqua fino ai c*****i, ma pesci punti.

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Una risposta

  1. 1960 partenza Milano destinazione Bari, carrozza di 1° classe sedili in velluto rosso, viaggio di notte. Raggiungo il mio scompartimento e mi siedo nel posto numerato della mia prenotazione. A mezzanotte sono ancora l’unico passeggero dello scompartimento, voglio distendermi per fare un riposino, apro il giornale che stavo leggendo, lo apro sul sedile di fronte, mi sfilo i mocassini e appoggio i piedi sul giornale .
    Prendo a sonnecchiare, si apre la porta dello scompartimento, un controllore mi chiede il biglietto, lo controlla e poi con voce tranquilla ma decisa “signore non può appoggiare i piedi sul sedile di fronte” io eseguo ed il controllore “ buon riposo” ed esce.
    1992 treno Trieste Venezia. Salgo a Portogruaro per Venezia, con la prenotazione di 1° classe mi dirigo verso il posto assegnato. Percorrere il corridoio diventa un percorso ad ostacoli, passeggeri seduti sulle proprie valige incuranti di lasciare libero il passaggio. Poco dopo passa il controllore, che scavalcando a fatica, il passeggero che alla stregua di una diga, impedisce l’entrata nello scompartimento mi chiede il biglietto lo fora con la sua pinzetta e mi ricorda che prima di salire dovevo “obliterare il biglietto” e se ne va .
    Mi domando due controllori nella stessa funzione con due comportamenti diversi. Bene a mio parere nel 1960, professionalità, rispetto delle regole, conservando rispetto per il cliente/passeggero, assoluta indifferenza nel ’92.
    Mi direte due soli episodi non possono fare una regola. Lascio ai passeggeri d’oggi dare la risposta. Posso immaginare che oggigiorno la villania sia cresciuta, ineducazione crescente, esiste anche che i controllori evitano di ricordare ai passeggeri i loro doveri per inettitudine e timore di essere aggrediti ? Allora, a mio parere, occorre controllare i controllori, richiamarli al loro comportamento, e tutto questo per mezzo dei loro superiori diretti.
    Quanto sopra riferito è solo un esempio di quanto, avviene nella maggioranza della pubblica amministrazione, nei servizi, perché ? Perché il pensiero comune alla maggioranza degli operatori sono “ questi rompic….ni” pensano che tutto sia loro dovuto. Nooo! E’ tempo che ai responsabili ed agli operatori sia chiarito un fondamentale aspetto, loro sono dei fornitori di servizi noi siamo i clienti che possono richiederli, come stabilito, ognuno nei limiti e nel rispetto reciproco.

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