“”A Vladimir Putin,?
Le scrivo per chiederLe di fare tutto il possibile affinché venga abbandonata la spropositata accusa di pirateria nei confronti dei 28 attivisti di Greenpeace e del fotografo e videoperatore freelance, e che ogni accusa rivolta loro sia coerente con il diritto internazionale e con le leggi russe. Come Lei sa, le autorità russe hanno sottoposto a fermo 30 membri dell’equipaggio della nave di Greenpeace, l’Arctic Sunrise, sin dal 19 settembre quando, armate, hanno abbordato l’imbarcazione nel mare della Peora. Sono stato rincuorato dalla Sua dichiarazione del 25 settembre, quando ha affermato che i membri dell’equipaggio di Greenpeace non sono dei pirati. Come Lei sa, gli attivisti di Greenpeace erano disarmati e la loro una protesta non violenta contro le operazioni di estrazione di petrolio che minacciano l’Artico. Le trivellazioni nell’Artico sono un’impresa pericolosa e ad alto rischio. Questo è il momento di accelerare la nostra transizione da un’economia basata sui combustibili fossili verso un futuro costruito su energie sicure, pulite e rinnovabili. Io personalmente, come milioni di persone in tutto il mondo, sto seguendo attentamente questa vicenda, nella speranza che le autorità russe lascino cadere le accuse di pirateria e che trattino gli “”Arctic30″” secondo le leggi internazionali, riaffermando il diritto di protestare pacificamente e indirizzando i propri sforzi verso la protezione dell’Artico.” Dario Fo
In realtà sono tanti i temi caldi che Fo sfiora; dai “pirati”, i terroristi dei mari, che assaltano grandi navi e trattengono in ostaggio gli equipaggi per sottrarre carichi “prelibati” o solo per riscuotere riscatti. Le devastanti trivellazioni nell’artico, sia per i risvolti geologici, si tratta di stratificazioni geologiche che potrebbero contenere importanti informazioni, sia per la fauna che popola quei territori, di per se già sufficientemente ostili. Poi le energie rinnovabili, Fo parla avendo ben chiaro quale sia la direzione da prendere nel campo delle politiche energetiche; non si può continuare ad abusare di carburanti fossili, devono esserci per forza altre strade da percorrere prima che sia troppo tardi, e i dati sul riscaldamento globale e l’estremizzazione di alcuni fenomeni metereologici lo dimostrano. Insomma, quando parla un Premio Nobel di questo livello bisogna tacere, saper ascoltare e agire.