La potenza di fuoco promessa dal Presidente del Consiglio è sì stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale ma per il momento si vede solo il fumo, dell’arrosto neanche l’ombra. I 400 miliardi, infatti, non solo non finiranno tanto facilmente e tanto presto, nelle tasche degli italiani ma, tanto meno, saranno sborsati dal Governo il quale ha usato la leva, ma non quella che solleverà il mondo e nemmeno la nostra povera Italia.
Con buona pace di Archimede, lo stratagemma usato è più simile alla leva finanziaria, o come si usa dire in tempi di lockdown, al leverage, meccanismo economico mediante il quale è possibile acquistare o vendere attività finanziarie per un importo anche notevolmente superiore al capitale che si ha realmente a disposizione e, di conseguenza, beneficiare di un rendimento maggiore rispetto a quello che si otterrebbe investendo il solo capitale posseduto. Certo, di norma il leverage è una manovra azzardata. Se si perde, si perde molto, ma nel nostro caso il Governo gioca con i soldi degli imprenditori italiani, saranno loro a pagare gli interessi alle magnanime banche finanziatrici. Il perché è presto detto: la montagna di denaro, per ora al sicuro nei caveau delle banche, verrà concessa dalle stesse, solo a fronte di solide garanzie, ai pochi eletti che negli anni e nei mesi passati abbiano superato indenni lo scanner del SIC (Sistemi di informazioni creditizie). Se andrà male e qualcuno fallirà, lo stato dovrà intervenire come garantito, ma il calcolo delle probabilità è tutto a favore del Governo. E in caso c’è l’Europa che dopo un lungo travaglio ha partorito SURE e BEI, dedicati, il primo al finanziamento della cassa integrazione e il secondo al sostegno delle imprese. Di cosa si tratta esattamente? Della ciambella lanciata al naufrago dal comandante dello yacht , che poi ne rivuole indietro due.