« Parlavo vivo a un popolo di morti.
Morto alloro rifiuto e chiedo oblio. »
(da Epigrafe)
Bastano queste parole per descrivere Umberto Saba,[1] scrittore e poeta, anima schiva e insieme fiera.
Chi scrive per passione non cerca il consenso e non è deluso dall’indifferenza…ma disdegna con fierezza gli onori postumi e ipocriti.
Ad essi preferisce la grandezza dell’oblio.
A.Z.
A Gesù Bambino
La notte è scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te, Santo Bambino!
Tu, Re dell’universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.
Gesù, fa’ ch’io sia buono,
che in cuore non abbia che dolcezza.
Fa’ che il tuo dono
s’accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda,



[1] Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli
(Trieste, 9 marzo 1883 – Gorizia, 25 agosto 1957), poeta e scrittore.
Per chi desidera rinfrescare i ricordi scolastici, inserisco il link http://it.wikipedia.org/wiki/Umberto_Saba