Oggi è il mio compleanno, anche se da cinque anni non lo festeggio più. [1]
Consapevole che l’evento non è di interesse generale, non ne scrivo per avere pubblici auguri o stucchevole adulazione, il mio robusto senso del ridicolo mi rende perfettamente impermeabile ad entrambi. Il motivo è un altro.
Scrivere fa entrare in comunicazione con gli altri, ferma i pensieri, rende indelebili i ricordi, trasmette le idee e le emozioni…e permette anche di dire “grazie” a molte persone insieme.
Un grazie che viene dal profondo del cuore e che il tempo non potrà cancellare.
Ringrazio le grandi anime che mi hanno insegnato l’amore, il rispetto per gli altri, l’amicizia, la lealtà, l’educazione, il coraggio verso i potenti, la dolcezza verso i deboli…anche se talvolta dietro di loro io arranco, incapace di tenere il loro passo sicuro.
Ma ringrazio anche le persone che mi hanno fatto conoscere le cose da cui tenermi lontana: la falsità, la boria, la crudeltà, la maleducazione, la viltà, l’indifferenza, la menzogna.
“…le ombre non sono meno importanti della luce …”
Questo scrisse una piccola, grande scrittrice, a soli dieci anni.
Con struggimento ripenso a queste semplici e sagge parole e cerco di farle mie, considerando i dolori, le delusioni e le amarezze della vita, come ombre che fanno risaltare maggiormente la luce emanata da ogni grande e piccola felicità.
Per questo ringrazio chi mi ama e chi mi detesta, chi è stato sincero e chi mi ha mentito, chi ha accarezzato la mia anima e chi mi ha riservato staffilate in pieno volto, chi ha afferrato la mia mano tesa e chi l’ha ignorata, chi ha parlato di me con lealtà e chi mi ha riservato parole ingenerose e sleali quando non potevo difendermi.
E, così come ringrazio per l’amore che alcuni mi ispirano, allo stesso modo ringrazio per l’odio che altri mi suscitano, perché questi grandiosi e opposti moti dell’anima, quando non uccidono, fortificano.
La sorte mi ha riservato il dolore più grande che un essere umano possa provare.
La mia esistenza fortunata e felice ne è stata travolta e mutata per sempre.
Ma non ho perduto il mio equilibrio, né la speranza della futura felicità, né la certezza che il meglio, per me, deve ancora venire.
Non sono una lettrice superficiale, per me nessuna pagina merita di essere trascurata. Ho letto sempre tutto del libro della mia vita, con la stessa intensità e passione, in ogni sua parte, e ho cercato di fare tesoro di ogni istante, perché ogni incontro e ogni evento, ogni gioia e ogni amarezza, mi hanno formata e ho tratto grande insegnamento da chi mi diceva, con sorridente pacatezza, che “le cattive azioni è sempre meglio riceverle che farle”.
Ho taciuto lo sdegno e l’incredulo disprezzo per chi mi ha fatto del male, ma non ho taciuto mai l’amore, l’ammirazione, l’amicizia e la gratitudine per le persone che mi sono care. Conoscerle, fare un pezzo di strada insieme, è stato per me un privilegio. Non potrò mai restituire interamente ciò che mi hanno donato, voglio soltanto dire loro che sono importanti per me.
Ma due persone non hanno bisogno di leggere qui per sapere quanto siano state preziose e insostituibili nella mia vita.
Sono mia figlia Alessandra e mio Padre, che conoscevano già ogni parola, prima ancora che la scrivessi.
Le citazioni appartengono a loro.
Maria
[1] A chi riuscisse a vedere come una inutile autocelebrazione, o come qualcosa di ancora meno lusinghiero, anche uno scritto come questo, mi limito a dire che è davvero fuori strada, porgendogli nel contempo l’invito, senza polemica, a leggere altrove.
Bice ha sempre tante pagine interessanti e belle.